Nel quinquennio, Hera concentrerà oltre la metà (circa il 55%) del piano di investimenti da 4,4 miliardi di euro nei business regolati (Reti e Raccolta rifiuti), con l’intento di rafforzare l’infrastruttura esistente e cogliere le opportunità del quadro definito dall’Autorità, generando ritorni dotati di elevata visibilità e mantenendo contenuto il profilo di rischio.
L’Energy nel periodo di Piano avrà a disposizione investimenti per circa 1 miliardo di euro. In quest’area, che beneficerà di una fase di normalizzazione dopo la crisi del 2022, anche in termini di minor assorbimento di circolante, Hera punta su una qualificata offerta di servizi a valore aggiunto…
Il rally che ha interessato il titolo Hera a partire dallo scorso ottobre ha coperto solo in parte gli ampi spazi di rivalutazione rispetto al target price medio degli analisti in copertura, che attualmente si attesta a 3,53 euro.
I risultati preliminari 2023, superiori alle aspettative di mercato, forniranno ulteriore visibilità sull’effettiva capacità del management non solo di centrare i target strategici, ma di riuscire a conquistarli con ampio anticipo. La presentazione del nuovo Piano, che imprime ulteriore slancio alla crescita attraverso un piano di investimenti di ampio respiro, renderà ancora più evidente l’entità e la qualità della generazione di cassa futura, con un profilo di rischio che rimane sotto controllo.
Il nuovo Piano 2023-2027 prefigura una significativa accelerazione della crescita rispetto al Piano precedente, che aveva un orizzonte al 2026. Il motore di questo sviluppo più dinamico sta, alla base, nell’ammontare maggiore di investimenti pianificati per il quinquennio. I fattori che danno impulso all’EBITDA sono legati alla quantità di risorse investite, ma anche alla qualità dei progetti selezionati, che offrono ritorni più interessanti, e alle efficienze che Hera punta a conquistare nei business regolati.
La conversione in cassa dell’EBITDA è molto elevata: questo consente di finanziare più investimenti operativi, M&A e distribuzione di dividendi, mantenendo a fine Piano la leva finanziaria a livelli ancora più prudenziali rispetto al Piano precedente.