Nel primo trimestre 2021 le aree dell’Energia hanno trainato l’EBITDA del Gruppo Hera, che cresce complessivamente del 3,7%, in un contesto meno penalizzante di quello del corrispondente periodo del 2020, sia in termini di clima sia per severità delle restrizioni anti-Covid.
I risultati del trimestre dimostrano che, se da un lato Hera è costantemente alla ricerca di nuove efficienze, soprattutto attraverso l’innovazione, dall’altro continua a espandere in modo selettivo la propria base clienti, facendo leva anche su servizi a valore aggiunto e su attività di grande impatto nell’attuazione di un’economia circolare, realizzando con questo modello soddisfacenti ritorni.
In questi primi mesi del 2021 l’andamento del prezzo del titolo Hera ha guadagnato forza. E non solo a livello assoluto, avendo messo a segno un rialzo superiore al 10%, ma anche avendo registrato una performance migliore di quella dell’indice del comparto utility. Nelle ultime sedute borsistiche il titolo ha mostrato una performance superiore anche a quella del FTSE MIB, nel quale hanno un forte peso titoli che consentono di percorrere il tema di una futura ripresa, in chiave di “catch-up trade”.
Uno degli elementi che contraddistinguono le Società leader nel proprio settore è la capacità di consolidare nel tempo la propria leadership attraverso l’innovazione.
Hera coltiva questo asset intangibile, l’innovazione appunto, attraverso continui investimenti, facendo leva su alcuni specifici punti di forza.
Mentre approfondiamo alcuni nuovi progetti su cui Hera è al lavoro, cerchiamo di comprendere quali siano i particolari elementi su cui si basa il successo dell’innovazione nel Gruppo, attraverso alcune domande che poniamo all’ingegner Salvatore Molè, Direttore Centrale Innovazione del Gruppo Hera.