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Titolo Hera
Hera presenta un Total Shareholder Return di circa il 15% da inizio anno

Mentre i principali mercati azionari europei si trovano ai massimi da inizio anno, il titolo Hera ha ancora significativi margini di apprezzamento, come dimostra anche il forte sconto rispetto al target price medio degli analisti in copertura, pari a 3,4 euro.

Nonostante la discreta performance che il prezzo del titolo ha messo a segno rispetto ai 2,53 euro di fine 2022 e nonostante il rendimento del 5% del dividendo 2022 pagato a giugno, Hera può offrire ulteriori soddisfazioni agli azionisti, secondo le considerazioni di Jens Klint Hansen, il direttore responsabile delle Investor Relations di Hera che abbiamo intervistato.

Dopo l’Assemblea Annuale, il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato di nuova nomina hanno visto un folto gruppo di portfolio manager che rappresentano circa metà del capitale di Hera controllato da investitori istituzionali, confermando di volere mantenere fede all’approccio strategico del Piano al 2026 e di garantire il massimo impegno per un’execution quanto più possibile efficace del Piano stesso.

Un fatto che trova piena evidenza già dai risultati del secondo trimestre 2023, che confermano un’accelerazione della crescita dell’EBITDA e che la comunità finanziaria potrà scontare positivamente.

Quali sono stati gli elementi che hanno caratterizzato gli andamenti dei mercati azionari in questi ultimi mesi?

Nonostante l’atteggiamento inflessibile delle Banche Centrali, che proseguono con politiche restrittive in attesa di verificare che i primi segnali di raffreddamento dell’inflazione non siano un fenomeno temporaneo, e nonostante il permanere delle tensioni geopolitiche, i principali mercati azionari europei sono sui massimi da inizio anno. Molti investitori hanno infatti visto sempre più vicino il momento in cui le Banche Centrali termineranno il processo di rialzo dei tassi e hanno scommesso sul fatto che le politiche monetarie restrittive non produrranno una profonda recessione. Perciò, mentre il CAC40 e il DAX da inizio anno mostrano performance intorno al 15%, il FTSE MIB ha sovraperformato ampiamente gli altri indici, avendo guadagnato oltre il 20% grazie all’impatto trainante di alcuni titoli del settore bancario, del lusso e tecnologici, che hanno un rilevante peso per capitalizzazione nell’indice stesso.

E per quanto riguarda l’andamento delle azioni Hera?

Dal minimo dell’anno, fatto segnare a 2,38 euro il 13 marzo scorso, sulla scorta dei solidi fondamentali il titolo Hera aveva realizzato un movimento al rialzo che ha portato il prezzo a un massimo di 3,03 euro il 15-16 maggio. Nonostante i buoni risultati trimestrali, il titolo in seguito ha ritracciato, toccando un minimo di periodo a 2,61 euro il 10 luglio scorso, dal quale si è recentemente distanziato, recuperando quotazioni intorno a 2,75 euro. Hera presenta oggi un rialzo del 10% circa da inizio anno, quindi in linea con quello dell’indice Stoxx Europe 600. Va però anche considerato, in termini di Total Shareholder Return, che a partire dal 21 giugno ai nostri azionisti è stato pagato un dividendo per azione di 12,5 centesimi di euro, che rappresenta uno yield del 5% circa sul prezzo di fine 2022.

Che indicazioni ci fornisce l’attuale quadro delle coperture degli analisti?

Attualmente il target price di consensus è pari a 3,37 euro, in lieve aumento dopo l’ultima ricerca pubblicata da Kepler Cheuvreux, che ha alzato il proprio target price da 3,00 a 3,30 euro. Attualmente, dopo che Intermonte ha pubblicato un upgrade da Neutral ad Outperform, ben sei analisti su sette consigliano l’acquisto delle azioni Hera, mentre solo uno ha un giudizio neutrale. Nessun analista suggerisce di vendere. Alle quotazioni recenti, intorno a 2,75 euro, il titolo esprime uno sconto di oltre il 22% rispetto al target price medio degli analisti.

Come pensa che sarà accolta la pubblicazione dei risultati semestrali approvati oggi in CdA?

Penso che i risultati pubblicati oggi vadano oltre le attese degli analisti, anche in termini di qualità degli stessi. Certamente, confermiamo di essere sempre più in anticipo rispetto al percorso di crescita delineato nel Piano, dal momento che abbiamo già realizzato il 65% della crescita-target dell’EBITDA nel 30% del tempo. Nella semestrale, presentiamo anche un’importante contrazione dell’indebitamento, che scende di oltre 100 milioni rispetto a fine 2022. In sostanza, la nostra equity story esce ancora più rafforzata dalle evidenze dei risultati semestrali. Mi aspetto perciò che le conferme e le sorprese positive si rispecchino in un recupero del titolo che già a metà maggio aveva dimostrato di potere tornare a superare i 3 euro. Neppure lo stacco del dividendo di 12,5 centesimi per azione, avvenuto lo scorso 19 giugno, è del resto ancora stato recuperato, nonostante il mini-trend al rialzo avviato dal 10 luglio. Le ragioni per arrivare a toccare nuovi massimi ci sono tutte, anche perché abbiamo condotto diverse attività di incontro con gli investitori nell’ultimo periodo che pensiamo abbiano gettato una nuova luce su Hera e favorito una conoscenza più diretta del nuovo vertice, uscito dall’Assemblea dello scorso 27 aprile.

Quali attività avete realizzato?

A fronte della nuova governance, senza attendere i classici “100 giorni” che solitamente si concedono a un nuovo leader, siamo partiti, con il Presidente Esecutivo e con l’Amministratore Delegato di nuova nomina, per una serie di incontri con investitori buy-side. Il Presidente Cristian Fabbri era in realtà già in Hera dal 2005, così come l’AD Orazio Iacono era già stato cooptato nel ruolo a maggio 2022. Ciò non toglie che per gli investitori fosse importante avere conferma direttamente da loro sul fatto che Hera avrebbe mantenuto fede all’approccio strategico previsto dal Piano al 2026 e che ci fosse da parte del management team un impegno a realizzare un’execution spedita dello stesso. A Milano, il 25 maggio siamo stati presenti alla Unicredit Conference, mentre il 21 giugno abbiamo partecipato alla Mediobanca CEO Conference. A Londra, abbiamo invece presenziato il 30 maggio alla Utility Conference di Goldman Sachs. Di fatto, il nuovo senior management ha già incontrato investitori che rappresentano il 50% del capitale in mano agli istituzionali. Inoltre, il Presidente Esecutivo e l’Amministratore Delegato possiedono complessivamente 60.000 azioni Hera, dimostrando un coinvolgimento che è molto apprezzato dalla comunità finanziaria.

Avete in calendario nuovi appuntamenti per la seconda parte dell’anno?

Certamente. A inizio settembre parteciperemo al Sustainability Day e all’Infrastructure Day, due eventi promossi da Borsa Italiana, mentre a inizio ottobre avremo l’evento Investing Emilia Romagna di Banca Akros-BPM, qui a Bologna. A metà novembre ci attende a Parigi la MidCap CEO Conference di Exane BNP Paribas, mentre a fine novembre voleremo in Australia per la Utilities & Infrastructure Conference organizzata da Mediobanca. In termini di Investor Relations, cercheremo di cogliere tutte le opportunità possibili per fare conoscere meglio Hera a un’ampia platea di investitori, sicuri che questo consentirà loro di avere più elementi di valutazione per prendere una decisione di investimento.

Jens Klint Hansen
Jens Klint Hansen
26 Luglio 2023
Direttore responsabile:
Jens K. Hansen
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Blue Arrow - Lugano