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Come Hera è diventata “la migliore multi-utility al mondo”

Dal 23 novembre 2020 Hera fa parte del selezionato gruppo di 323 aziende che compongono il Dow Jones Sustainability Index World: un paniere costruito includendo le società quotate che si posizionano nel top 10% della classifica del proprio settore. L’assessment, ovvero il processo per operare la selezione ai fini dell’inclusione nell’indice, viene condotto da S&P Global sulla base di un articolato questionario, composto da 540 domande e sottoposto ai principali 2.500 emittenti al mondo.

Grazie all’elevato punteggio conseguito, pari a 87/100, Hera ha fatto il proprio ingresso anche nel selettivo Dow Jones Sustainability Index Europe, costituito da player europei che sono veri e propri campioni nelle performance di sostenibilità. In Europa, infatti, la sensibilità ESG delle società emittenti e lo stesso asset management dedicato al Socially Responsible Investing hanno una tradizione più sviluppata e consolidata rispetto agli altri continenti.

Infine, in base al punteggio ottenuto di 87/100, Hera si è posizionata come leader ESG assoluto nel segmento di riferimento, “Multi and Water Utilities”.

Che cosa vuol dire essere riconosciuta come la miglior multi-utility al mondo? Come è stato il percorso per raggiungere questo traguardo? Quali sono i benefici per Hera?
Ne parliamo con Jens Klint Hansen, Direttore Investor Relations del Gruppo Hera, che ha partecipato attivamente alla costruzione di questa storia di successo, avendo contribuito, assieme alla Direzione Valore Condiviso e Sostenibilità, a raccogliere, vagliare e organizzare il set di informazioni per il questionario finalizzato alla selezione delle aziende da includere nell’indice borsistico di S&P Global.

Negli ultimi due anni Hera è stata invitata a partecipare al processo di assessment per il DJSI World. Nel 2020 è già riuscita a entrare nel paniere di titoli che lo compongono. Che cosa ha reso possibile questo veloce percorso?
Effettivamente Hera ha bruciato le tappe. In media le società invitate impiegano otto anni e mezzo a entrare nell’indice. Nel comparto Utility – che per la natura stessa del business è “virtuoso”, essendo direttamente impegnato a realizzare la circolarità e la decarbonizzazione – i tempi di ingresso in media sono di cinque anni e mezzo. Entrando nell’arco di due anni nell’indice di sostenibilità più importante, il DJSI World, Hera ha di fatto stabilito un nuovo record. Come è stato possibile? Risultati simili non si improvvisano: vengono da lontano. Abbiamo infatti capitalizzato un impegno costante sui temi ESG che dura da 18 anni, ossia dal momento della fondazione del nostro Gruppo. Dopodiché, per quanto riguarda specificamente il processo di assessment per il DJSI, la membership è stata ottenuta attraverso una rapida scalata nei punteggi del questionario negli ultimi tre anni: partiti da una posizione di 24 punti su 100 nel 2018, abbiamo raggiunto 68/100 nel 2019 e siamo arrivati in vetta alla classifica mondiale del settore nel 2020, ottenendo 87/100. Un risultato in assoluto eccellente, se si considera che in media le aziende ammesse nell’indice nel 2020 hanno conseguito un punteggio di 81/100.

Il punteggio di 87/100 rappresenta una media dei vari aspetti sottoposti a valutazione. Quali sono risultate le aree di eccellenza di Hera nelle diverse dimensioni che compongono la valutazione ESG?
Una premessa: nella metodologia adottata da S&P Global per la costruzione dei punteggi, il peso maggiore è assegnato all’area Environment, che incide per il 42% del punteggio totale, mentre gli aspetti Governance&Economic hanno un peso del 32% e quelli Social del 26%. Hera ha superato tutti gli altri player del settore Multi e Water Utility nelle due dimensioni con maggiore peso, avendo conseguito 92/100 punti nell’Environment e 89/100 punti nel Governance&Economic. Nella dimensione Social, quella a peso più contenuto, Hera ha conquistato 76 punti su 100.

Che cosa vuol dire essere leader nel settore Multi e Water Utility?
Significa che Hera ha avuto il punteggio massimo nel proprio settore, per cui in classifica precede realtà del calibro di Veolia, Engie, Sempra Energy e Suez Environment, che presentano capitalizzazioni comprese tra i 10 e i 40 miliardi di euro. In pratica, pur avendo dimensioni inferiori, Hera ha dimostrato di potere offrire più qualità sui temi ESG.

Questa leadership oggi è testimoniata da un riconoscimento esterno che è il più prestigioso e rilevante al mondo, con l’inclusione appunto nel DJSI. La nostra leadership però nei fatti si sostanzia nel ruolo pionieristico che Hera da sempre interpreta.

Basti pensare che siamo stati la prima realtà italiana a emettere un green bond, già nel 2014, e una tra le prime ad adottare la reportistica a Valore Condiviso a partire dal 2016.

Che benefici concreti apporta per Hera l’inclusione nel DJSI World, al di là della legittima soddisfazione di vedere riconosciuti gli sforzi compiuti per adottare politiche e pratiche di eccellenza in tema di sostenibilità?
Negli ultimi anni, masse significative di risparmi stanno confluendo in gestioni istituzionali i cui portafogli sono costruiti seguendo criteri ESG. I fondi passivi, in particolare, replicano direttamente la composizione degli indici di sostenibilità: tra questi, il DJSI World ha una posizione di assoluto rilievo. L’attenzione degli “asset owners” – ovvero di chi è proprietario dei risparmi che sono gestiti dagli “asset manager” – nei confronti delle tematiche ESG ha avuto un’accelerazione nel periodo più recente, sulla spinta dell’emergenza climatica e della pandemia da Covid-19.

Chi ha soldi da investire, in pratica, sempre di più desidera che questi mezzi vadano a finanziare aziende o iniziative meritevoli, che offrano un contributo a realizzare un mondo più sostenibile e siano gestite secondo validi criteri di governance.

Si tratta di un fenomeno imponente: secondo i dati più recenti disponibili, a fine 2018, ben 30.683 miliardi di dollari, ovvero oltre un terzo delle masse gestite da investitori istituzionali sul mercato azionario, era rappresentato da prodotti SRI. Anche sul versante obbligazionario, circa un terzo del debito è “green”.

Siete dunque lungo un percorso virtuoso. Questo potrà portarvi verso altri traguardi?
Non c’è dubbio. A inizio febbraio 2021, Hera ha ricevuto la Gold Medal nel S&P Global’s Sustainability Award proprio sulla scorta dell’essere stata riconosciuta “Industry leader” nel DJSI. Il premio è stato assegnato insieme a una speciale menzione come “Industry Mover”, dal momento che Hera è la società che ha conseguito il miglioramento di punteggio più significativo nell’ultimo anno.

Ci sono altre ricadute positive di questo serio impegno ESG?
Indubbiamente, essere sotto la lente di valutatori che esaminano in modo indipendente e con un approccio strutturato le nostre politiche e pratiche ESG, confrontandole con le nuove esigenze di un Pianeta che cambia, ci stimola a guardare sempre più lontano nello stabilire le nostre priorità. È un fatto che ci invita inoltre ad assumere impegni sempre più sfidanti, ad avere un impegno sempre più dedicato in fase di “execution”. Infine, avere questo tipo di screening ci impone di osservare modalità di comunicazione sempre più trasparenti e ci spinge ad avere un’attitudine sempre più “engaging” verso gli stakeholder. Esserci impegnati a rispondere alle 540 domande del questionario S&P Global ci ha permesso di restituire a tutto il mercato – investitori SRI, analisti ESG e tutti gli stakeholder interessati alla sostenibilità di Hera – un quadro serio, necessario per operare una valutazione di Hera a 360 gradi.

È in effetti molto complesso stabilire il valore di un asset intangibile quale la sostenibilità, come dimostra del resto il fatto che la qualità delle nostre performance ESG, associata a un basso profilo di rischio, non sia oggi riflessa nel prezzo al quale tratta il titolo azionario Hera, se non in misura marginale.

Anche in un anno dominato dalla pandemia come il 2020 abbiamo dimostrato la piena validità del nostro consolidato modello di business, capace di produrre anche sotto stress solide performance economico-finanziarie. Un modello di business che ci ha permesso di mantenere fede anche agli obiettivi ESG, assicurando, ad esempio, la continuità dei servizi a tutti i clienti, anche nei momenti più difficili dell’emergenza sanitaria.

Grazie. In uno dei prossimi numeri di questa newsletter approfondiremo sicuramente anche il tema del valore di un saldo rapporto con i clienti, proprio con l’obiettivo di continuare a esplorare il valore degli asset intangibili di Hera.

Jens Klint Hansen
Jens Klint Hansen
24 Marzo 2021

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