Storie
Storie
Aliplast, motore della crescita di Hera nel Waste

La strategia di Hera nel business della gestione del ciclo della plastica è molto chiara: estendere la propria leadership espandendo la presenza in nuovi segmenti di mercato, in modo da potere trasformare le plastiche rigide oltre a quelle flessibili che oggi Aliplast tratta, e approcciando al contempo nuove nicchie di business, come nel caso delle fibre di carbonio.

Il Gruppo Aliplast – che nel 2021 ha messo a segno un raddoppio dell’EBITDA rispetto al 2020 raggiungendo 36,5 milioni di euro – sarà un importante motore della crescita di 122 milioni di euro di EBITDA che il Gruppo si aspetta di potere raggiungere complessivamente nell’area Ambiente entro il 2025.

Per realizzare questo importante rafforzamento della propria leadership nel recycling, in uno scenario molto favorevole sotto il profilo delle politiche europee e delle preferenze dei consumatori, Hera mette in campo 92 milioni di euro di investimenti, dedicati a progetti che entro il 2025 espanderanno la capacità di trattamento anche su fronti molto innovativi.

Approfondiamo l’argomento ponendo alcune domande a Carlo Andriolo, Amministratore Delegato di Aliplast, che dal 2017 fa parte del Gruppo Hera.

Nel 2021 l’EBITDA di Aliplast è raddoppiato. Come dobbiamo interpretare questo risultato?
Il raddoppio dell’EBITDA di Aliplast nel corso dell’ultimo anno è frutto di uno scenario indubbiamente favorevole, nel quale abbiamo potuto raccogliere i frutti di un posizionamento ben mirato delle attività di riciclo delle plastiche nell’ambito delle nostre attività di Gruppo. Quando Hera acquisì Aliplast nel 2017 – con una felice intuizione sulla crescente importanza dell’economia circolare – la Società era già un leader nel riciclo di alcuni polimeri della plastica per il settore industriale e presentava un EBITDA di circa 17 milioni di euro.

“Nel 2018 abbiamo poi assistito a una svolta dal punto di vista del contesto, quando la Commissione Europea ha varato la Plastic Strategy, fissando due obiettivi di grande impatto da raggiungere entro il 2030”.

Il primo prevede che il 100% della plastica utilizzata nel packaging sia riciclabile o riutilizzabile; il secondo, che oltre la metà dei rifiuti di plastica generati in Europa venga riciclata. In parallelo, negli ultimi anni è cresciuta anche la sensibilità dei consumatori su questi temi, per cui le imprese – in particolare le multinazionali – hanno accelerato l’adozione di pratiche volte a dare attuazione alla politica dell’UE: la domanda si è perciò sviluppata nella direzione attesa da Hera. Ed è una domanda destinata a rimanere a livelli significativi anche nel futuro.

Il grande salto nell’EBITDA del 2021 rispetto al 2020 riflette forse anche le circostanze eccezionali indotte dal COVID-19 nell’anno precedente…
Certamente nel 2020, durante la prima ondata della pandemia, le performance di Aliplast sono state condizionate dal fermo subito dagli impianti nelle settimane del severo lockdown, ma i risultati del 2021 mostrano pienamente la forza del business che ha segnato una crescita dell’82% anche rispetto al 2019, prima che il virus apparisse. I continui rincari del petrolio registrati a partire da metà aprile 2020 hanno reso più conveniente impiegare la plastica riciclata rispetto alla plastica vergine, rendendo sempre più favorevoli le forme di consumi più sostenibili.

“Nel 2021 Aliplast ha potuto così beneficiare di una serie di fattori molto favorevoli, con la ripresa economica che si è innestata in un mega-trend di nuova sensibilità per l’impiego di materiali da riciclo”.

Va anche detto che, rispetto al 2020, abbiamo aumentato i volumi del 16,5% e i prezzi del 30% circa. Questo mix di espansione dei ricavi, trainati contemporaneamente dalla leva prezzo, dalla maggiore domanda che siamo riusciti a soddisfare e dalla ottimizzazione dei costi, ci ha permesso di raddoppiare l’EBITDA.

Come siete riusciti a fare fronte alla maggiore domanda nel 2021?
Abbiamo ampliato la capacità di trattamento preesistente, aggiungendo linee di lavaggio e di produzione. Ci siamo resi conto però della necessità di ulteriori investimenti, se vogliamo intercettare appieno il flusso crescente delle richieste che vengono dal mercato, perché nel 2021, nonostante le linee aggiunte, abbiamo raggiunto di nuovo la saturazione della capacità.

La performance del 2021 vi ha convinti a investire perciò ancora di più nei prossimi anni in questo business?
Con la domanda in forte espansione, abbiamo sperimentato che la capacità di trattamento di Aliplast rappresentava un collo di bottiglia.

“Nel Piano Industriale presentato a fine gennaio, abbiamo previsto perciò investimenti per 92 milioni di euro, destinati alla crescita organica – attraverso un aumento della capacità produttiva attualmente esistente presso gli impianti di Treviso e di Novara – e alla costruzione di due nuovi impianti”.

Il primo impianto, dedicato al riciclo della plastica rigida, sorgerà a Modena, nel cuore della “motor valley” in cui hanno sede Lamborghini, Ferrari e Ducati, attraverso una partnership con NextChem del gruppo Maire Tecnimont, che mette a disposizione il proprio know how di processo. Il secondo progetto pionieristico, disegnato e realizzato in partnership rispettivamente con l’Università di Bologna e con la Curti SpA, si focalizza sul riciclo degli scarti di lavorazione e manufatti a fine vita in fibra di carbonio, un materiale molto impiegato nel settore automotive in quanto combina caratteristiche di leggerezza e resistenza. Il nuovo impianto in questo caso sorgerà a Imola, in un distretto che vede la presenza di diverse aziende di eccellenza nella meccanica.   

Con i nuovi investimenti pianificati, quali obiettivi di riciclo delle plastiche pensate di potere raggiungere?
Nel Piano Industriale presentato a fine gennaio abbiamo espresso il nostro impegno a raggiungere un obiettivo ben definito.

“Rispetto alla plastica riciclata nel 2017, vogliamo infatti traguardare un aumento del 150% entro il 2030. Considerati i risultati già raggiunti nel 2021, siamo decisamente su una buona strada, avendo aumentato la visibilità dei target futuri”.

Il contributo che ci offrirà l’impianto sul trattamento delle plastiche rigide ci consentirà poi di fare un salto significativo in termini dimensionali nei prossimi anni.

Qual è il vantaggio competitivo di Aliplast rispetto ad altri operatori presenti sul mercato italiano?

“Il più importante vantaggio competitivo di Aliplast è senza dubbio quello di essere parte del Gruppo Hera”.

Essendo parte di una realtà che “ha le mani” sui rifiuti, Aliplast gode infatti di una posizione privilegiata. A fronte di momenti nei quali può essere difficile intercettare materiale da riciclare dalla propria clientela diretta, in un business che in ogni caso è legato al ciclo economico, è vitale potere essere integrati in un Gruppo che è attivo anche nella raccolta di rifiuti. L’altra leva che Aliplast può azionare a proprio beneficio è poi quella del cross selling, che può realizzare attraverso HeraAmbiente. Il business di Aliplast è perciò molto promettente in sé, ma può creare un valore ancora maggiore nel più ampio portafoglio di business in cui è operativo il nostro Gruppo.  

Carlo Andriolo
Carlo Andriolo
23 Marzo 2022
Direttore responsabile:
Jens K. Hansen
Concept e contenuti editoriali:
Blue Arrow - Lugano