Il percorso di crescita continua dell’EBITDA del Gruppo Hera non è stato interrotto neppure dal contesto esterno molto sfidante che si è presentato nei primi nove mesi dell’esercizio in corso.
L’EBITDA ha comunque messo a segno un progresso di 20,4m€ (+2,4%), con i business regolati che hanno fatto leva sulla qualità dei servizi offerti nel compensare il taglio dei ritorni regolati e i business a libero mercato che hanno beneficiato di attente politiche gestionali.
Se l’area Ambiente è quella che ha trainato l’EBITDA di Gruppo, con un incremento di 27,8m€ che riflette i maggiori margini operativi da produzione di energia dei WTE e da rigenerazione delle plastiche, anche l’efficiente performance delle Reti ha offerto un contributo positivo di 10,6m€, nonostante il taglio subito a livello di WACC. L’area Energia ha invece accusato un calo netto del proprio EBITDA di 12,3 m€: un andamento che riflette, oltre a una performance in leggera diminuzione delle attività di vendita, anche l’impatto negativo (-10,7m€) della normalizzazione dei servizi ancillari forniti a Terna rispetto al 2021, nonostante proseguano i buoni risultati delle attività incentivate dall’Ecobonus, volte a migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
Nove mesi 2022 (dati in m€) |
RICAVI 14.320,1 (+122,9%) |
EBITDA 874,8 (+2,4%) |
UTILE NETTO ADJUSTED 214,1 (-7,3%) |
TOTALE INVESTIMENTI NETTI 446,1 (+15,4%) |
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO 4.489,2 (+37,7% vs. 31.12.2021) |
Per garantire una migliore comparabilità delle proprie performance nel tempo, come nella Relazione Semestrale 2022, Hera ha scelto di presentare i risultati dei primi nove mesi del 2022 secondo un criterio gestionale, anziché secondo quello contabile, che prevede la valorizzazione del magazzino delle commodity utilizzando il criterio del costo medio ponderato. Per assicurare un confronto omogeneo, anche i dati dei primi nove mesi del 2021 sono stati esposti secondo il criterio gestionale.
A causa del forte incremento dei prezzi del gas, infatti, l’intensa attività di stoccaggio avvenuta a partire dall’aprile 2022 con l’obiettivo di garantire il servizio di fornitura ai propri clienti, è avvenuta a costi al metro cubo fino a cinque volte superiori a quelli dell’anno precedente. Il maggiore valore degli acquisti di gas effettuati per lo stoccaggio, determinato gestionalmente, sarà tuttavia pienamente recuperato nei prossimi mesi, quando saranno effettuati i prelievi per consegnare il gas ai clienti, secondo contratti a prezzi definiti.
Nei primi nove mesi del 2022 i Ricavi di Gruppo hanno raggiunto il livello di 14.320,1 m€, registrando un aumento del 122,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’area Energia ha trainato questa performance, per effetto del forte incremento dei prezzi delle commodities.
L’EBITDA del Gruppo nei primi nove mesi del 2022 ha raggiunto 874,8 m€, con un progresso di 20,4m€ (+2,4%) rispetto al medesimo periodo del 2021. Tale andamento positivo è stato guidato dalla crescita organica (+5,7m€), dall’apporto delle recenti operazioni di M&A (+6,0m€), ma soprattutto dalle attività di economia circolare (+25,2m€): un insieme di fattori positivi che hanno controbilanciato l’impatto negativo del taglio del WACC operato da ARERA nei business regolati.
La ripartizione dell’EBITDA per filiera indica che l’area Ambiente è quella che ha conseguito la migliore performance, avendo incrementato il proprio EBITDA di 27,8 m€ rispetto ai primi nove mesi del 2021 (+12,7%). Mentre la parte regolata di raccolta ha registrato una lieve flessione (-2,0 m€), la parte a libero mercato ha beneficiato degli elevati prezzi dell’energia. Nonostante il fermo dei due WTE di Trieste e Ravenna per le attività di revamping abbia inciso negativamente (-7,8 m€), la produzione di energia derivante dagli altri impianti WTE ha offerto un contributo positivo di 23,2 m€ al netto dei maggiori costi di produzione. Resta sempre significativo il contributo di Aliplast (+8,4 m€), dal momento che gli elevati prezzi del petrolio sostengono la domanda di plastica rigenerata e la società beneficia di una forte posizione di leadership. Continua la crescita organica, che contribuisce per 4,0m€, come pure l’apporto incrementale dell’M&A (+2,0 m€), grazie al consolidamento di Macero Maceratese. La prospettiva di avere anche in futuro positivi contributi dall’M&A resta visibile: in quest’area Hera ha infatti appena siglato l’acquisizione del 60% di ACR, società leader nelle bonifiche di siti industriali.
Le Reti hanno contribuito per 10,6 m€ alla crescita dell’EBITDA consolidato (+3,2%), nonostante il taglio del WACC di 70 punti base nelle attività regolate della distribuzione e di 40 punti in quelle del ciclo idrico, per un impatto negativo di 16,5m€ nel complesso. Significativo il peso dei premi conseguiti per la qualità del servizio, nel gas (+1,3m€) ma soprattutto nel ciclo idrico (+22,8m€). Nel determinare l’incremento dell’EBITDA in quest’area hanno poi contribuito positivamente l’attività del teleriscaldamento e le efficienze che hanno contribuito per circa +3m€.
Le aree dell’Energia hanno invece consuntivato una flessione dell’EBITDA di 12,3 m€ (-4,6%) rispetto ai primi nove mesi del 2021. Nel complesso, le attività commerciali hanno mostrato una buona tenuta dei margini. Mentre le attività di efficientamento energetico di edifici a uso residenziale, incentivate dall’Ecobonus, e i servizi a valore aggiunto, sono proseguite con successo, le attività di vendita delle commodity energetiche nel terzo trimestre hanno sofferto per l’elevata volatilità dei prezzi che hanno determinato condizioni poco favorevoli alle attività di modulazione. I fattori positivi non sono comunque riusciti a compensare la riduzione (-10,7 m€) dei servizi di dispacciamento forniti a Terna rispetto ai primi nove mesi del 2021, a seguito di una normalizzazione della richiesta da parte dell’operatore di rete.
EBITDA (m€) | 9 MESI 2022 | 9 MESI 2021 | Variazione |
Ambiente | 246,2 | 218,4 | +12,7% |
Reti | 347,9 | 337,3 | +3,2% |
Energia | 256,9 | 269,2 | – 4,6% |
Altri servizi | 23,8 | 29,4 | -19,0% |
TOTALE | 874,8 | 854,4 | 2,4% |
A differenza dell’EBITDA che consuntiva una crescita di 20,4 m€, l’EBIT subisce una riduzione, se pur marginale, pari a 4,9 m€ (-1,1%), attestandosi a 437,0 m€: questa divergenza di performance riflette l’incremento di 25,3 m€ (+6,1%) della voce Ammortamenti e Accantonamenti, essenzialmente come risultato dei nuovi investimenti operativi, delle variazioni di perimetro, delle maggiori provvigioni delle Società di vendita, oltre che di prudenti accantonamenti al fondo svalutazione crediti.
Il risultato della gestione finanziaria è negativo per 89,5 m€: un dato che si confronta con un saldo di 85,4 m€ dei primi nove mesi del 2021. Tale evoluzione riflette l’incremento dell’Indebitamento Finanziario Netto, a propria volta determinato dalla dilatazione del Capitale Circolante Netto per i più elevati prezzi delle commodities energetiche. Altri fattori che hanno avuto un impatto negativo sono stati i minori proventi per indennità di mora (-2,7 m€) e i minori utili da partecipate e JV (-1,4 m€).
Il tax rate raggiunge il 28,5%, registrando un incremento di 2,3 punti percentuali rispetto al 26,2% del medesimo periodo del 2021. Tale variazione è principalmente dovuta alla contabilizzazione del contributo straordinario contro il “caro bollette” (l.51/2022), che ha inciso per 2,3 milioni su un totale imposte di 99,1 m€. Hanno influito negativamente anche i minori benefici sul credito d’imposta per gli investimenti in innovazione e protezione dell’ambiente.
Nei primi nove mesi del 2022 l’Utile Netto dopo il risultato di terzi è pari a 214,1 m€, mostrando una flessione del 25,4% rispetto al medesimo periodo del 2021. La flessione è in realtà molto più contenuta, nell’ordine del 7%, se si depura il dato 2021 dagli elementi non ricorrenti che avevano offerto un contribuito positivo di 56,2 m€.
L’Indebitamento Finanziario Netto al 30 settembre 2022 si è attestato a 4.489,2 m€. La variazione di 1.227,9 m€ rispetto ai 3.261,3 m€ di fine 2021 è principalmente riconducibile agli straordinari stoccaggi di gas che Hera ha scelto di effettuare per garantire la copertura della domanda nella stagione invernale, con un investimento di 878 m€.
Il rapporto Debito/EBITDA, che formalmente è pari a 3,62x, resta in realtà al di sotto della soglia di 3,0x che Hera ritiene opportuno non superare: depurando dell’ammontare dedicato agli stoccaggi di gas, la leva risulta infatti pari a 2,9x.