Dopo la presentazione del Piano al 2026 avvenuta lo scorso 8 febbraio, con l’odierna pubblicazione dei risultati per l’esercizio 2022 Hera fornisce agli investitori ulteriori importanti conferme sugli elementi fondanti della equity story.
Le caratteristiche di una crescita continua, conquistata gestendo con accortezza i rischi dello scenario esterno, si riflettono già in una certa misura nelle valutazioni degli analisti, che al 20 marzo 2023 – prima, dunque, di conoscere i risultati annuali 2022 – presentano un target price medio di 3,24 euro, superiore di oltre il 30% rispetto alle recenti quotazioni.
I numeri del Bilancio 2022 sono migliori delle aspettative del mercato: potranno perciò essere un motivo per riconsiderare quanto i sani fondamentali siano oggi incorporati nel prezzo delle azioni Hera, offrendo agli investitori l’occasione per mettere a fuoco potenziali spazi di rivalutazione.
Sotto l’aspetto della remunerazione legata al dividendo, gli investitori hanno già ampia visibilità di potere avere, ai prezzi recenti, un rendimento che supera il 5%, sulla base della proposta di distribuzione di un dividendo 2022 di 12,5 centesimi di euro per azione, che i Soci sono chiamati ad approvare nella prossima Assemblea Annuale del 27 aprile 2023.
Percorriamo questi temi ponendo alcune domande a Jens Klint Hansen, direttore responsabile delle Investor Relations di Hera.
Quali nuovi elementi ha oggi a disposizione il mercato per valutare il titolo Hera?
A inizio febbraio abbiamo presentato il nuovo Piano Industriale, con messaggi e numeri che confermano un percorso di continua crescita. Gli obiettivi sono stati posti ancora più in alto rispetto a quelli del Piano precedente, mantenendo invariate le ipotesi di scenario. Considerato il turbolento contesto esterno, offrire maggiore crescita, mantenendo al contempo un controllato profilo di rischio, è una sfida che oggi davvero poche società oltre a Hera possono porsi. Il nostro modello multi-utility ci ha consentito di inanellare una serie ininterrotta di progressi a livello di EBITDA negli ultimi 20 anni, con una crescita che, da meno di 200 milioni di euro iniziali nel 2002, ci ha proiettato nel passato esercizio vicino a 1,3 miliardi di euro, centrando o superando sistematicamente, di anno in anno, gli obiettivi che ci eravamo posti. Siccome continueremo a rimanere fedeli a questo tipo di modello di business, i risultati che prevediamo di raggiungere in futuro sono molto visibili. Hera si propone perciò – anche in questo Piano molto coerente con l’impostazione storica – come una realtà molto attenta a mantenere un prudente profilo di rischio. Come potrebbe essere altrimenti? Basti considerare che, avendo superato i 20 miliardi di euro di fatturato nell’ultimo esercizio, Hera risulta oggi essere la più grande realtà della regione Emilia-Romagna. Un Gruppo di queste dimensioni, che peraltro gestisce servizi di primaria utilità, non può essere certo esposto alla volatilità dei mercati.
La comunità finanziaria come ha recepito questo nuovo Piano?
Siamo tornati recentemente da un roadshow sulle principali piazze finanziarie, durante il quale abbiamo incontrato diversi investitori internazionali. Il Piano Industriale 2022-2026 ha ulteriormente cementato la nostra equity story, proprio per la sua natura confermativa. Gli investitori hanno dimostrato di apprezzare la prontezza e l’acume con cui il management ha reagito alle minacce poste dalla crisi energetica nel corso del 2022, cautelando la Società dai potenziali rischi sugli approvvigionamenti di gas, attraverso la politica di acquisti di ingenti quantitativi da mantenere disponibili negli stoccaggi.
Qual è attualmente il quadro del consensus degli analisti che coprono il titolo Hera?
Oggi il consensus è composto da sette analisti. Banca Akros ha infatti recentemente pubblicato una ricerca con la quale ha ripreso la copertura sul titolo. Con un target price di 3,2 euro, di oltre il 30% superiore ai recenti livelli di quotazione, la raccomandazione dell’analista non poteva che essere quella di accumulare le azioni Hera nel portafoglio. Si tratta di una valutazione in linea con il consensus: il target price medio degli analisti in copertura è infatti attualmente di 3,24 euro, con rating che suggeriscono in maggioranza di acquistare il titolo. Anche il broker che ha la valutazione più conservativa, di 2,90 euro, di fatto indica che esiste uno spazio di potenziale apprezzamento di oltre il 20% rispetto ai recenti livelli cui è scambiato il titolo.
Broker | Rating | Prezzo target (€) |
Banca Akros | Accumulate | 3,20 |
Banca IMI | Buy | 3,40 |
Equita Sim | Hold | 3,30 |
Exane BNP Paribas | Buy | 3,30 |
Intermonte | Neutral | 3,00 |
Kepler Cheuvreux | Neutral | 2,90 |
Mediobanca | Outperform | 3,60 |
Media | 3,24 |
Come si aspetta che saranno accolti i risultati del 2022 che avete pubblicato oggi?
Presentiamo per l’esercizio 2022 un set di risultati molto sani, con i KPIs del conto economico che sono tutti in crescita, mentre l’indebitamento di fine anno rientra già sensibilmente rispetto al dato di fine settembre, grazie all’impatto positivo dei prelievi di gas dagli stoccaggi durante la stagione termica: un trend che ci porterà a una forte ulteriore riduzione del magazzino, con benefici in termini di discesa del debito. I risultati consuntivati per il 2022 hanno superato i nostri budget interni, ma sono anche migliori di quelli stimati degli analisti: ci aspettiamo dunque un impatto positivo. L’aspetto-chiave per una corretta interpretazione è comunque che questi risultati 2022, benché eccedano le aspettative, non sono un exploit, ma una pietra miliare di quel percorso di continua crescita che è indicata dal Piano 2022-2026.
La vostra equity story fa perno sui ritorni che promettete di offrire agli azionisti. Quali indicazioni vengono dal dividendo per l’esercizio 2022?
Nell’Assemblea Annuale del 27 aprile 2023 gli azionisti sono chiamati ad approvare la distribuzione di un dividendo per azione di 12,5 centesimi di euro, sulla base di quanto proposto dal Consiglio di Amministrazione. Si tratta di un dividendo in crescita di 0,5 centesimi rispetto a quello del 2021. Con il dividendo proposto per il 2022, il rendimento, calcolato sui prezzi recenti, supera abbondantemente il 5%. Anche in un esercizio che ha visto uno scenario esterno molto complesso e volatile, Hera riesce perciò a offrire una remunerazione in crescita ai propri azionisti. Gli investitori potranno poi valutare quanto i buoni fondamentali – confermati ancora una volta dall’entità e dalla qualità delle performance del 2022 – siano oggi riflessi nella valutazione borsistica di Hera e valutare la componente di un possibile capital gain.