Storie
Il messaggio del presidente esecutivo
In un difficile 2022, risultati positivi e oltre le attese

Avvedutezza nell’affrontare il nuovo scenario e fiducia nella solidità del proprio modello di business: facendo leva su questi due punti di forza, Hera ha fronteggiato le sfide dell’esercizio 2022, mettendo a segno progressi in tutti i principali indicatori di performance economico-finanziaria.

L’intuizione di effettuare importanti acquisti di gas, per disporre di scorte adeguate a fronte delle minacce della crisi energetica, ha permesso al Gruppo di mantenere sotto controllo il profilo di rischio e di proseguire al contempo con la realizzazione di quel piano di investimenti che è alla base della continua crescita dei business.

I buoni risultati – raggiunti mantenendo peraltro un equilibrato rapporto di indebitamento – rendono possibile remunerare gli azionisti con un dividendo di 12,5 centesimi di euro per azione, che prefigura un rendimento del 5% circa.

Gentili Azionisti,

i risultati 2022, che il Consiglio di Amministrazione ha approvato oggi, sono andati oltre le aspettative. In un contesto molto sfidante, abbiamo ancora una volta messo alla prova il nostro modello multi-business, ricavandone una risposta che ne conferma la piena validità. Questo ci ha permesso di conseguire risultati in crescita dalla prima all’ultima linea del Conto Economico, come dimostra il progresso del 6% dell’EBITDA che si è tradotto in un incremento dell’1% dell’Utile Netto adjusted.

 

La risposta alle minacce dello scenario: “à la guerre comme à la guerre”

Dopo esserci dovuti misurare nel biennio 2020-2021 con la pandemia, nel 2022 abbiamo dovuto fronteggiare le conseguenze della guerra scoppiata in Ucraina e del permanere di discontinuità nelle catene di fornitura, mentre le Banche Centrali si proponevano di combattere l’inflazione con un’improvvisa stretta monetaria: un contesto che ha aggiunto elementi di incertezza alle fragili prospettive di ripresa economica.

Per gestire i possibili impatti della crisi energetica, abbiamo prontamente deciso di acquistare ingenti quantitativi di gas da potere prelevare dagli stoccaggi nel corso del tempo: questo per potere soddisfare la domanda da parte dei nostri clienti e per garantire continuità alle nostre attività di business che prevedono un consumo di energia. Una misura straordinaria, per affrontare i tempi di guerra.

 

Con la discesa delle scorte di gas è iniziato anche il deleveraging

Con l’inizio della stagione termica queste scorte hanno iniziato a scendere: da 878 milioni di euro di valore di gas stoccato a fine settembre 2022, siamo infatti scesi a 508 milioni di euro di fine anno. Il destocking di gas acquisito, partito nel quarto trimestre – che ha già portato un visibile beneficio in termini di discesa dell’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2022 – è poi proseguito, portandoci verso un completo azzeramento alla fine del primo trimestre 2023.

 

Gli investimenti sono proseguiti secondo il Piano, mentre il rischio rimaneva sotto controllo

La solidità patrimoniale sulla quale potevamo contare a inizio 2022 ci ha offerto la flessibilità di potere gestire il rischio della crisi energetica attraverso questi straordinari acquisti di gas, mentre continuavamo ad alimentare lo sviluppo dei business attraverso nuovi investimenti.

Nel 2022 il capex ha assorbito 687 milioni di euro, un ammontare superiore del 21% rispetto al 2021, mentre abbiamo concluso operazioni di M&A per 131,5 milioni di euro.

Sul fronte degli investimenti operativi siamo perciò riusciti a realizzare i progetti pianificati. Superando le difficoltà legate alle disfunzioni nelle catene di fornitura e all’inflazione, abbiamo portato a termine, tra l’altro, il revamping di due impianti Waste-to-Energy. Sul fronte della crescita per linee esterne, abbiamo continuato a rafforzare la nostra presenza nell’Energy e nel trattamento dei rifiuti attraverso il completamento di alcune acquisizioni. Il perfezionamento di un’altra operazione trattata nel 2022, quella con ACR Reggiani, è avvenuto poi all’inizio del 2023.

Il rapporto tra Indebitamento Finanziario Netto ed EBITDA, che aveva raggiunto un picco a 3,62 volte a fine settembre, prima dell’inizio della stagione termica, a fine 2022 è sceso a 3,28 volte. Se depuriamo questo indicatore dall’impatto degli stoccaggi, vediamo che senza il temporaneo investimento in gas saremmo rimasti sotto la soglia di 3 volte, che in condizioni normali consideriamo essere prudenziale.

 

I business legati alla sostenibilità e alla crescita organica hanno trainato i 76 milioni di euro di aumento dell’EBITDA

Nello scenario del tutto straordinario nel quale ci siamo trovati a operare nel corso del 2022, abbiamo messo in azione diverse leve per consentire all’EBITDA di continuare a crescere lungo il percorso che prosegue ininterrottamente dal 2002. Sapevamo infatti di dover controbilanciare l’impatto negativo sui business regolati, proveniente dal taglio del WACC operato da ARERA, con effetto dal gennaio 2022. Di fatto, nello scorso esercizio sono venuti a mancare 22 milioni di euro di EBITDA per la revisione del quadro regolatorio.

Hera ha però potuto contare sulla forte espansione dei business legati al proprio ruolo di abilitatore della sostenibilità, che hanno trainato la crescita dell’EBITDA consolidato con complessivi 44 milioni di euro: le attività di efficienza energetica e bonus facciate hanno contribuito con 19 milioni, quelle di Aliplast nella rigenerazione delle plastiche per 17 milioni, mentre i Servizi a Valore Aggiunto per ulteriori 8 milioni.

Un contributo altrettanto importante, per 45 milioni di euro, è venuto dalla crescita organica, spinta dall’espansione nei mercati Energy e da volumi e prezzi in crescita nel business dei rifiuti a libero mercato, oltre che dalle maggiori efficienze operative rese possibili dai continui investimenti.

Anche nel 2022, infine, abbiamo catturato i benefici del processo di inclusione nel nostro perimetro delle società neoacquisite, con un apporto incrementale all’EBITDA che ammonta a 8 milioni di euro.

Nonostante un contesto molto sfavorevole, Hera è dunque riuscita a rimanere sul percorso di sviluppo previsto dal Piano, consuntivando buoni risultati mentre manteneva sotto controllo il profilo di rischio.

 

Gli azionisti beneficiano del valore creato attraverso la distribuzione di un dividendo in aumento

Sulla scorta di questi risultati, il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea del prossimo 27 aprile di approvare la distribuzione di un dividendo di 12,5 centesimi per azione, in crescita del 4% rispetto a quello di 12,0 centesimi dell’esercizio 2021. Se calcolato in rapporto al prezzo dell’azione di fine 2022, pari a 2,52 euro, il rendimento del dividendo 2022 sfiora il 5%.

Concludiamo dunque due decenni di storia del Gruppo, assicurando ai nostri azionisti un ritorno che consente di beneficiare del valore che Hera ha saputo creare, anche in questo difficile esercizio, e garantendo una buona partenza del nuovo Piano industriale 2022-2026.        

Tomaso Tommasi di Vignano
Tomaso Tommasi di Vignano
21 Marzo 2023
Direttore responsabile:
Jens K. Hansen
Concept e contenuti editoriali:
Blue Arrow - Lugano