Fin dalla sua costituzione, Hera ha posto la Salute e Sicurezza sul lavoro tra i propri principi fondanti. Per questa ragione nel tempo ha definito specifiche strategie e implementato piani di miglioramento che si sono dimostrati efficaci, come provano le positive performance registrate negli anni.
Nel 2021, in particolare, Hera ha conseguito significative riduzioni nella frequenza degli infortuni e nel numero di giorni di assenza del personale, ottenendo i migliori risultati della propria storia.
Nonostante i livelli di eccellenza già conquistati, Hera mira a ottenere ulteriori miglioramenti, attraverso la diffusione di una safety leadership e un’intensiva formazione, che aumenti la consapevolezza delle persone e renda endemica la cultura della sicurezza. Anche gli strumenti offerti dall’innovazione tecnologica avranno una parte nel facilitare questo percorso.
Approfondiamo questi temi ponendo alcune domande a Claudio Coltelli, Responsabile Servizio Salute, Sicurezza ed Emergenze del Gruppo Hera.
Con quali risultati si è chiuso l’anno 2021?
Nel 2021 il Gruppo ha registrato il minor numero di infortuni e di ore di assenza di sempre. Rispetto al 2019, l’ultimo anno di operatività regolare, non affetta dalla pandemia, parliamo di 27% e 38% in meno, rispettivamente. Queste performance confermano il nostro trend di costante miglioramento degli ultimi anni.
Un risultato davvero notevole, peraltro in controtendenza rispetto al dato nazionale: in Italia, secondo i dati INAIL, la frequenza degli infortuni nel 2021 è infatti aumentata del 0,2%.
Come spiega questi risultati in direzione opposta rispetto alla media delle imprese italiane?
Ha sicuramente avuto un impatto positivo il lavoro in termini di addestramento-formazione, cultura e consapevolezza che abbiamo svolto in questi anni sulle persone del Gruppo, dagli operai ai dirigenti. È importante anche l’approccio ERM, che prevede l’individuazione degli scenari di rischio che possono impattare sul Gruppo, con conseguenze finanziarie e reputazionali, declinato in ambito “Salute e sicurezza”. Inoltre, le condizioni del contesto pandemico hanno probabilmente portato le persone ad avere uno “stato attentivo” maggiore. La sfida che ci attende ora è quella di consolidare questi risultati e migliorarli ulteriormente nel tempo.
Al minor numero di ore di assenza corrisponde naturalmente un maggior numero di ore lavorate. Come si traduce questa correlazione in termini economici e sociali?
I miglioramenti ottenuti nel 2021 sono un eccellente risultato, che, oltre a portare un consistente beneficio sociale e maggior benessere ai lavoratori, ha anche avuto un impatto rilevante sulla produttività del Gruppo e di conseguenza sui costi operativi, sia in termini di costi diretti che indiretti.
Diffondere la “Cultura della sicurezza” in modo così proficiente significa anche coinvolgere gli stakeholder. Come riesce Hera a valorizzare questo approccio lungo la propria catena di valore?
Sicuramente parte da un processo strutturato di formazione delle risorse interne per arrivare a sensibilizzare gli interlocutori esterni, in primis i fornitori. Una delle iniziative che il Gruppo Hera ha già intrapreso da diversi anni è il monitoraggio degli infortuni e dei cosiddetti “near miss” – ovvero i mancati infortuni – dei propri fornitori di lavori e servizi, attraverso una rendicontazione puntuale e informatizzata. Questo monitoraggio è utile non solo nell’attività di controllo operativo ma anche per stimolare la supply chain a migliorare ulteriormente le proprie performance in ambito “Salute e Sicurezza”.
Le ore di formazione in Qualità, Sicurezza e Ambiente sono aumentate del 30% rispetto al 2019. Si tratta di una notevole concentrazione di attività e investimenti. Quali percorsi avete integrato recentemente?
Oltre alle attività di formazione in tema di Salute e Sicurezza per tutto il personale, e per incidere ulteriormente nel processo di safety leadership, nel 2021 abbiamo attivato un percorso specifico per tutti i 350 dirigenti del Gruppo che, successivamente, ha portato a un’attività di mentoring focalizzata su alcune decine di dirigenti. Visti gli ottimi riscontri raccolti in termini di consapevolezza del proprio ruolo e di safety leadership., i percorsi di mentoring stanno continuando anche nel corso del 2022.
In parallelo, per tutta la popolazione aziendale, stiamo progettando nuovi format digitali multimediali di training, che saranno a disposizione sia sul portale della formazione che nell’ambito delle attività di Heracademy.
Tra gli obiettivi che Hera si è posta in tema di Salute e Sicurezza figura l’ulteriore riduzione dell’indice di frequenza degli infortuni, in modo da raggiungere il livello di 10,2 punti al 2025. Quali azioni metterete in campo per raggiungere questo traguardo?
Ci verrà in aiuto l’innovazione tecnologica con soluzioni innovative per rendere i processi più efficienti ed efficaci. Stiamo già infatti lavorando in primo luogo ad una app di sicurezza a supporto dei lavoratori che effettuano lavori in solitario per la segnalazione di situazioni di emergenza, secondariamente alla digitalizzazione della cartella sanitaria dei dipendenti, per una sorveglianza sanitaria più efficiente ed efficace e, non da ultimo, allo sviluppo di SAP EHS DPI, uno strumento informatico per la gestione dei dispositivi di protezione individuale e del vestiario da lavoro.
Sul piano degli ambienti di lavoro puntiamo a garantire il mantenimento degli standard di sicurezza attraverso un continuo investimento nelle attività di controllo, manutenzione e adeguamento alle migliori soluzioni tecniche disponibili. Per quanto riguarda il fattore umano, potenzieremo ancora l’attività di formazione e di addestramento al rispetto alle procedure di Sicurezza; lavoreremo inoltre per migliorare la consapevolezza dei rischi associati ai singoli ruoli e all’importanza del rispetto delle regole, convinti che questo potrà innescare una contaminazione virale positiva.