Ce ne parla Massimo Vai, direttore della pianificazione strategica di Hera.
Dottor Vai, la creazione di valore condiviso acquista una funzione sempre più strategica per Hera: ci può raccontare questa evoluzione?
Nel 2016 abbiamo aggiunto la prospettiva della creazione di Valore Condiviso al nostro approccio alla Corporate Social Responsibility. Questo ci ha permesso di quantificare e rappresentare in modo immediato le modalità e le dimensioni secondo cui le attività del Gruppo non solo contribuiscono alla generazione di margini operativi, ma sono anche in grado di rispondere alle linee d’azione individuate dalle Nazioni Unite e incluse nei driver dell’Agenda Globale. Per il Gruppo Hera, il Valore Condiviso è quell’insieme di politiche e pratiche aziendali che genera maggiore competitività e redditività per l’azienda e contemporaneamente risponde ai bisogni della comunità e alle sfide della società in cui l’azienda stessa opera.
Come si declina?
Nello sviluppo del Piano Industriale abbiamo individuato tre driver alla base della creazione di Valore Condiviso: i) uso intelligente dell’energia, ii) uso efficiente delle risorse e
iii) innovazione e contributo allo sviluppo sostenibile del territorio. A ciascun driver sono ricondotti i principali progetti previsti in arco Piano che presentano le caratteristiche già sopra descritte: in questo modo possiamo pervenire a una quantificazione sintetica del nostro contributo, in base a ciascuna tipologia di impatto atteso.
Quale è la stima di Valore Condiviso che avete previsto nel Piano Industriale?
La quantificazione del Valore Condiviso rispetto al Margine Operativo Lordo aziendale rappresenta la porzione di reddito industriale imputabile ad attività che rispondono alle necessità di cambiamento nella direzione della sostenibilità, così come indicate dall’Agenda Globale. Partendo da un dato del 2017 di circa 330 milioni di euro (pari al 33% del MOL complessivo di Gruppo) grazie alle azioni e ai progetti ipotizzati in arco Piano, saremo in grado di indirizzare un obiettivo al 2022 di 470 milioni di euro, pari al 40% del MOL. Oltre il 50% dell’obiettivo al 2022 è riconducibile ad azioni mirate a stimolare un uso efficiente delle risorse, seguito dalle iniziative orientate alla promozione di un uso intelligente dell’energia.
Quali sono i principali progetti che contribuiranno a raggiungere tale obiettivo?
Seguendo la classificazione offerta dai driver adottati, tra i principali progetti a impatto rigenerativo per un uso efficiente delle risorse, possiamo annoverare la messa a regime dell’impianto di produzione di biometano da rifiuti organici urbani con sede a Sant’Agata Bolognese, i numerosi interventi previsti per un upgrade dei sistemi depurativi e fognari dei nostri territori e, infine, i progetti per l’incremento della frazione differenziata dei rifiuti urbani e del riutilizzo e recupero in chiave di circolarità. A questo si aggiunge anche la progressiva attenzione al trattamento e recupero di rifiuti industriali, anche grazie a nuove partnership focalizzate sul mutuo impegno – nostro e delle imprese – a ridurre gli impatti delle attività produttive sull’ambiente. Tra i progetti sull’uso intelligente dell’energia possiamo menzionare le iniziative di riduzione dei consumi energetici sia all’interno del Gruppo sia presso i nostri clienti industriali, o ancora la progressiva evoluzione delle nostre reti (distribuzione gas, energia elettrica ma anche reti idriche e di teleriscaldamento) verso una gestione smart, che riduca gli sprechi e ne massimizzi la resilienza anche in situazioni climatiche severe.