In uno scenario che ha visto proseguire la normalizzazione dei prezzi delle commodity e in un contesto di fragile crescita economica, nei primi nove mesi del 2024 Hera ha realizzato risultati molto apprezzabili, attraverso una crescita di natura interamente organica, generata da attività che sono i pilastri strutturali del portafoglio di business.
Il Gruppo ha così messo a segno un progresso a livello di tutti i principali indicatori del Conto Economico, con l’EBITDA in miglioramento del 3,1%, l’EBIT che aumenta del 3,5% e l’Utile Netto che accelera e supera del 20,1% il relativo dato del 2023: un set di risultati che consente di affermare di essere sul percorso giusto per centrare gli obiettivi 2027 previsti dal Piano.
Con un leverage stabile a 2,7 volte, Hera conferma la propria solidità finanziaria a fronte di investimenti e dividendi in crescita, mentre continua a disporre di un’ampia flessibilità per realizzare operazioni di M&A che abbiano un profilo coerente con il proprio impianto strategico.
Gentili Azionisti,
Hera sta seguendo fedelmente il percorso previsto dal Piano Industriale 2023-2027, con performance economico-finanziarie che confermano, anche nel terzo trimestre 2024, i positivi andamenti registrati nella prima metà dell’anno.
La continuità di questi risultati non solo riflette la validità della strategia impostata, che fa leva su un ben strutturato portafoglio di business, ma allo stesso tempo testimonia come l’impegno delle persone di Hera stia evidenziando una elevata capacità di esecuzione.
L’EBITDA dei primi nove mesi del 2024 supera del 3,1% il risultato sfidante del relativo dato 2023, grazie a un contributo a 360 gradi delle attività presenti nel portafoglio di business
La crescita di circa 31 milioni di euro conseguita nei primi nove mesi 2024, che porta l’EBITDA al livello di 1.037,6 milioni di euro, rappresenta senza dubbio un risultato positivo in termini quantitativi, visto il significativo incremento dell’EBITDA maturato nei primi nove mesi del 2023, che per ben 86 milioni di euro derivava dai progetti di efficientamento energetico legati agli incentivi fiscali del Superecobonus, terminati alla fine dello scorso anno. Il progresso dell’EBITDA nei primi nove mesi del 2024 è altrettanto importante sotto il profilo qualitativo, considerato che, nonostante il venir meno dei bonus fiscali, Hera è riuscita a valorizzare appieno le opportunità presenti tanto nei business regolati quanto in quelli a libero mercato, con un contributo incrementale rispetto al dato del 2023 rispettivamente di 43 e 74 milioni di euro.
Dalle Reti un contributo trainante
L’EBITDA delle Reti, che ha raggiunto 390,9 milioni di euro, ha mostrato una dinamica particolarmente sostenuta, avendo registrato un incremento dell’11,4% rispetto ai primi nove mesi del 2023. Abbiamo dunque confermato, ancora una volta, di sapere cogliere al meglio i vantaggi di una regolazione che, anche dopo l’ultima revisione di ARERA, ci incentiva a fare investimenti mirati e a gestire i nostri asset in modo efficiente, così da massimizzarne i ritorni.
Nonostante la debolezza della congiuntura economica in Italia, Hera ha messo a segno sensibili progressi anche nei business liberalizzati, a cominciare dal Waste, dove gode di un forte posizionamento
Nell’area Ambiente, l’EBITDA ha raggiunto 271,6 milioni di euro con un progresso del 5,3%, grazie alla leva che Hera ha potuto fare sull’ampia base impiantistica di cui dispone e sulla propria capacità di offrire servizi di intermediazione internazionale dei rifiuti: un segmento di business attraente, quest’ultimo, in quanto caratterizzato da un’elevata marginalità, grazie al fatto che non comporta assorbimento di capitale investito.
In un settore ancora molto frammentato,
che continua a essere dominato da una carenza endemica
di capacità di trattamento dei rifiuti, Hera riesce perciò
a mantenere un elevato livello di volumi trattati
e ad applicare prezzi remunerativi, anche a fronte
di congiunturali rallentamenti della domanda.
A rendere ancora più articolata la nostra offerta e il nostro portafoglio clienti ha fornito un contribuito fondamentale anche la riuscita integrazione con ACR Reggiani – operazione di M&A il cui closing è avvenuto nel marzo 2023.
Non trascurabili, infine, neppure i premianti benefici derivanti dalla prudente politica di hedging delle produzioni degli impianti Waste-to-Energy, i cui contratti erano stati aperti cogliendo un favorevole momento di mercato.
Nelle aree dell’Energia, i risultati sono andati oltre le nostre aspettative
L’EBITDA dell’Energia ha consuntivato un miglioramento di circa 59 milioni di euro, se depurato dagli 86 milioni di euro venuti meno con il termine degli incentivi Ecobonus 110%. Nonostante abbiamo comunque conseguito circa 16 milioni di EBITDA nelle attività di efficientamento energetico e nei servizi a valore aggiunto, nei primi nove mesi 2024 le rimanenti attività dell’EBITDA dell’Energy, la cui parte preponderante deriva dalla fornitura di gas e di elettricità, hanno generato 337 milioni di euro, rispetto ai 278 milioni del medesimo periodo del 2023.
L’EBITDA in aumento riflette
l’espansione della base clienti, oltre al
contributo positivo dei rinnovi contrattuali
con formule che prevedono la completa
copertura degli shaping cost e un loro
minore impatto per effetto della
normalizzazione dei prezzi energetici.
Il nostro focus è oggi quello di servire i clienti che abbiamo inglobato attraverso il processo di liberalizzazione del mercato elettrico con contratti a libero mercato, offrendo loro sia servizi a valore aggiunto, sia offerte commerciali che possono tutelarli da repentini rincari della bolletta a causa di eventuali aumenti dei prezzi energetici in futuro.
In pratica, i risultati dei nove mesi dimostrano come l’impatto sulla marginalità di avere oggi circa un milione in più di clienti in regime transitorio sia stato compensato dalla crescita organica sui clienti con contratti a libero mercato. Un’altra considerazione rassicurante può essere fatta osservando come i clienti del servizio a tutele graduali stiano dimostrando di essere clienti di buona qualità: pagano nei tempi previsti e presentano un tasso di fedeltà elevato.
L’EBIT mette a segno una crescita ancor più sostenuta di quella dell’EBITDA, nella scia di una normalizzazione del mercato energetico
L’incremento del 3,1% dell’EBITDA si è potuto tradurre in un’espansione del 3,5% dell’EBIT soprattutto grazie a una riduzione degli accantonamenti al fondo svalutazione crediti delle società di vendita, resa possibile dal calo del prezzo delle commodity energetiche. I minori accantonamenti hanno compensato i maggiori ammortamenti legati agli investimenti operativi, che nei nove mesi Hera ha concentrato soprattutto nelle Reti, negli impianti per il trattamento dei rifiuti e nell’acquisizione di nuova clientela.
Anche nell’area di gestione finanziaria Hera ha conseguito risultati positivi, con una contrazione degli oneri netti di circa 51 milioni che permette di trasferire i miglioramenti della gestione operativa sull’Utile Netto, amplificandoli
Sotto la linea dell’EBIT emergono gli
sforzi compiuti con successo per
razionalizzare le risorse finanziarie,
sfruttando un contesto di graduale discesa
sia dei prezzi delle commodity sia dei tassi di interesse.
Il saldo della gestione finanziaria migliora grazie a un’ottimizzazione sul versante dei costi e all’aumento dei proventi da partecipate, oltre che per l’effetto positivo dell’attualizzazione di crediti fiscali. In parallelo, sono proseguite le attività di liability management, che ci hanno permesso di ottenere convenienti finanziamenti BEI, per 460 milioni di euro, mentre abbiamo proceduto al rimborso di più onerose forme di debito preesistente, inclusi 288 milioni di euro del primo green bond che Hera aveva emesso nel 2014, come pioniere di questa tipologia di obbligazioni in Italia.
La combinazione di questi fattori ha impresso dunque un’accelerazione all’Utile Netto dopo il risultato di terzi, che nei nove mesi ha raggiunto 282,9 milioni di euro, con un progresso del 20,1% rispetto al medesimo periodo del 2023.
Il leverage resta a un prudente livello nonostante investimenti e dividendi in crescita
Potendo contare su una significativa generazione di cassa operativa, nei primi nove mesi del 2024 abbiamo potuto finanziare gli investimenti operativi netti di circa 535 milioni, in crescita di 45 milioni rispetto al relativo dato del 2023, e coprire la remunerazione agli azionisti avvenuta a fine giugno, con un dividendo in crescita del 12%, preservando un solido equilibrio finanziario: il rapporto tra Indebitamento Finanziario Netto ed EBITDA al 30 settembre 2024 rimane infatti stabile rispetto ai due trimestri precedenti, essendo pari a 2,7 volte. Si tratta di un livello che conferma come Hera continui a crescere mantenendo potenziale di ulteriore indebitamento.
Sotto il profilo della creazione di valore, Hera conferma di avere significativamente ampliato i propri ritorni a fronte di un WACC in riduzione
La normalizzazione degli accantonamenti, resa possibile dal nuovo scenario, ci ha permesso di tradurre il maggiore EBITDA in un ancora maggiore EBIT e, di riflesso, anche di migliorare i livelli di ritorno sul capitale investito e sui mezzi propri – indicatori sui quali misuriamo attentamente l’entità del valore che abbiamo creato trimestre dopo trimestre.
Rispetto ai dati al 30 settembre 2023, il ROI è passato dal 9,0% al 9,5% mentre il ROE ha registrato un salto ancor più significativo, muovendosi dal 10,6% all’11,7%.
Possiamo perciò affermare che la gestione
di questi primi nove mesi dell’anno
ha già dato grandi soddisfazioni agli azionisti di Hera
A un prezzo medio del titolo intorno ai 3,5 euro, gli azionisti hanno infatti beneficiato di un rendimento del dividendo attorno al 4% e, alla luce dei risultati pubblicati oggi, di una crescita degli Utili per Azione di oltre il 20%, che porta il Total Shareholder Return ben oltre il livello medio annuo del 12% che ci siamo impegnati a raggiungere quando abbiamo presentato il Piano lo scorso gennaio.