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Titolo Hera
“Hera nel FTSE MIB: inizia un nuovo capitolo della nostra storia borsistica”

Il 18 marzo 2019 il titolo Hera è stato incluso nel FTSE MIB, l’indice composto dalle 40 blue chips della Borsa Italiana. Con questo ingresso, Hera raggiunge un obiettivo da lungo tempo al centro degli sforzi compiuti dalla direzione Investor Relations della Società.

Jens Klint Hansen, che guida le IR di Hera sin dall’IPO, risponde ad alcune FAQ sull’inclusione del Gruppo nel prestigioso indice.

L’ingresso nel FTSE MIB è un importante traguardo?

Il team Investor Relations, assieme a tutti i colleghi, ha a lungo lavorato per conquistare un posto nell’arena dei titoli principali del listino italiano. Questo ingresso è stato dunque meritato per i risultati economico-finanziari raggiunti nel tempo, che mostrano una crescita ininterrotta negli ultimi 16 anni, che ha permesso al Gruppo di attraversare in modo efficace e reattivo i cicli economici e gli scenari operativi che si sono susseguiti. Risultati che si sono tradotti in livelli di capitalizzazione importanti, in alcuni casi superiori a quelli di altre società che già erano incluse nell’indice.

Come mai l’inclusione nel FTSE MIB arriva solo ora?

La capitalizzazione di mercato, rappresentata dal prodotto del prezzo del titolo per il numero delle azioni in circolazione, non rappresenta il criterio di screening nelle revisioni periodiche dei titoli che compongono il FTSE MIB. Borsa Italiana segue invece una formula basata sulla capitalizzazione del flottante e sul controvalore degli scambi relativi al semestre precedente la data della revisione: il cosiddetto Indice di Liquidità e Capitalizzazione (ILC), in funzione del quale viene stilata la classifica dei titoli candidati all’ingresso e all’uscita dall’Indice.

Che cosa ha permesso questa volta di scalare posizioni nella classifica ILC?

La classifica dei componenti del FTSE MIB subisce un periodico “reshuffling”, in base a tre possibili tipi di eventi. La prima fattispecie è quella in cui un titolo che è parte dell’Indice FTSE MIB esce, per esempio a causa di un’OPA o di una sospensione; in questo caso entra automaticamente la prima società della lista di riserva. Un secondo caso è quello in cui un titolo incluso si posiziona al momento della revisione al di sotto del 44esimo posto: questo cuscinetto di quattro posizioni che regola l’uscita dall’Indice ne salvaguarda di fatto la stabilità. Infine, ci può essere un terzo tipo di situazione: quello in cui un titolo escluso dall’indice al momento della revisione si posizioni al di sopra del 36esimo posto. In conclusione: per entrare, occorre battere almeno quattro società incluse, sempre nella logica di assicurare stabilità all’Indice stesso.

In che modo Hera è riuscita a entrare questa volta?

Più volte il Gruppo si è trovato nella prima posizione della lista di riserva, ma non sono mai accaduti eventi di natura straordinaria che abbiano creato posto per un ingresso. In quest’ultima occasione invece Hera si è trovata al 35esimo posto, a un livello di ILC perciò superiore a quello di cinque società incluse. Nella prima settimana di dicembre 2018 è stato organizzato un road show in Australia che ha destato vivo interesse negli investitori locali. La presentazione del Piano Industriale nei primi giorni di gennaio ha spinto al rialzo il prezzo del titolo, mentre i volumi si intensificavano, mettendo a segno una crescita dl 52% nei primi due mesi del 2019, rispetto alla media degli scambi giornalieri del 2018.

In che senso questo risultato è frutto di un progetto?

Hera ha costruito la propria reputazione nel tempo presso gli investitori presentandosi con chiarezza e trasparenza, sia sui dati storici sia su quelli prospettici. L’execution puntuale dei Piani Industriali ha poi aumentato nel tempo la credibilità della C-suite, ingenerando un meccanismo virtuoso, che ha consentito l’espansione della capitalizzazione e di suscitare l’interesse di investitori molto qualificati, su base internazionale. Nonostante il flottante di Hera non sia quello di una public company, la “costruzione” di volumi è avvenuta attraverso un continuo ricambio di investitori all’interno del capitale e grazie al newsflow sempre interessante che caratterizza la vita della Società.

Che cosa succede al momento dell’annuncio?

Da tempo il team IR aveva modellizzato la formula dell’ILC e monitorato l’evolversi della situazione, per cui non è stata una sorpresa. Con un discreto anticipo e in previsione dell’evento, sono stati realizzati alcuni strumenti di comunicazione pensati proprio con l’obiettivo di fare conoscere la equity story di Hera anche a quei portfolio managers non ancora incontrati in occasione dei road show, ma che, dopo l’inclusione nel FTSE MIB, possono a oggi considerare il Gruppo come target.

Quali sono i potenziali benefici dall’ingresso nell’indice?

Certamente, dopo l’inclusione, c’è una maggiore possibilità che nuovi investitori, gestori di grandi portafogli, soprattutto i cosiddetti fondi “index”, mettano sotto il radar il titolo  di Gruppo e poi lo acquistino: il che dovrebbe tradursi in un incremento dei volumi e quindi della liquidità. Quando un portfolio manager valuta se investire su un titolo, considera sempre quanti giorni gli occorrerebbero per liquidare la posizione, nel caso per esempio il suo fondo dovesse subire “pressioni” da parte dei sottoscrittori. Un miglioramento nel profilo di liquidità è un fattore dirimente nella decisione di investimento. Genericamente un titolo gode di migliore visibilità non solo verso i “passive investors” che sono a benchmark sul FTSE MIB, ma anche verso gli “active investors”, alla ricerca di “alfa”. Si tratta di interlocutori che hanno processi di investimento molto strutturati e con criteri molto stringenti, in primo luogo su temi ESG (Environment, Social e Governance): per Hera si tratta di una sfida impegnativa, ma anche di una grande opportunità.

Quando saranno visibili questi effetti?

Dal giorno dell’annuncio dell’ingresso di Hera nell’Indice, i volumi sono aumentati di oltre il 200% rispetto a quelli medi del 2018. E’ inoltre probabile che possa ampliarsi la copertura degli analisti, soprattutto da parte di broker paneuropei che si concentrano sui titoli più importanti di ogni mercato: la combinazione degli effetti di tali cambiamenti potranno condurre a una migliore valutazione del titolo, con riflessi positivi sulle sue performance borsistiche.

Il titolo Hera sta progressivamente chiudendo lo sconto cui trattava a fine 2018 rispetto alla media dei target price dei broker in copertura. Nel frattempo il dato di consensus non è sostanzialmente variato, essendo passato da 3,28 euro di inizio anno all’attuale livello di 3,36 euro.

I rating degli analisti restano in netta maggioranza orientati all’acquisto, con un solo giudizio neutrale e nessuna raccomandazione di vendita. Questo permanere di raccomandazioni orientate prevalentemente all’acquisto, anche a fronte del forte recupero messo a segno dal prezzo del titolo Hera, rende probabile che gli analisti aspettino la pubblicazione dei risultati annuali 2018 per potere aggiornare le proprie stime e valutazioni, per riconsiderare poi di riflesso anche i rispettivi rating.

 

Jens Klint Hansen
Jens Klint Hansen
27 Marzo 2019

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