Storie
Titolo Hera
Hera è idealmente posizionata in un contesto favorevole alle multiutility

Hera continua a sovraperformare i propri indici di riferimento, nonostante lo storno recente, che ha preso le mosse dopo che il titolo aveva raggiunto il massimo dell’anno, toccando i 3,7 euro a metà ottobre.

I solidi fondamentali, confermati anche dai risultati dei primi nove mesi, offrono un robusto sostegno anche in prospettiva. A oggi, Hera ha già offerto un Total Shareholder Return quasi doppio rispetto a quello medio annuo indicato nel Piano, pari al 12%, considerato che al dividend yield del 4% si aggiunge un Utile per Azione in crescita di oltre il 20% rispetto ai primi nove mesi del 2023.  

Mentre le tensioni geopolitiche stanno condizionando il sentiment degli investitori, Hera sembra un candidato ideale a beneficiare del percorso in discesa dei tassi di interesse e di una congiuntura che presenta una crescita fragile, grazie alla provata resilienza del suo portafoglio multi-business.

Approfondiamo questi punti ponendo alcune domande a Jens Klint Hansen, direttore responsabile delle Investor Relations del Gruppo Hera.

 


Come interpreta la performance del titolo Hera nel 2024?

Nonostante il recente movimento di storno, iniziato dopo avere toccato un massimo a 3,7 euro lo scorso 18 ottobre, il titolo tratta su livelli di circa il 15% superiori a quelli di inizio d’anno, confrontandosi con un indice Stoxx Europe 600 la cui performance non raggiunge neppure il 6%. Da notare che l’azione Hera sta abbondantemente sovraperformando anche il FTSE MIB, in rialzo di circa l’11% da inizio anno, essendo trainato dalle brillanti performance dei titoli finanziari che hanno un importante peso nell’indice. Credo che questo apprezzamento del nostro titolo nel corso del 2024, massimamente evidente nel confronto con l’indice settoriale italiano che si trova attorno ai livelli di inizio anno, sia sostanzialmente da attribuire ai sani fondamentali e alla chiarezza dell’impegno da parte del management a portare risultati ancora migliori in futuro, in chiave di creazione di valore.

Nel Piano al 2027 che avete presentato lo scorso gennaio avete puntato a offrire un Total Shareholder Return annuo del 12%. Pensate di essere sulla strada giusta per tenere fede a questo impegno?

I risultati al 30 settembre 2024 che sono stati approvati oggi dal nostro CdA parlano chiaro: l’Utile per Azione migliora del 20% rispetto al relativo dato del 2023, mentre il rendimento legato al dividendo distribuito lo scorso giugno è intorno al 4%. Siamo dunque oggi a livelli praticamente doppi rispetto a quanto ci eravamo ripromessi di offrire come TSR su base annua.

Negli ultimi mesi è cambiato il punto di vista dei broker in copertura sul titolo Hera?

Per nulla. Fatta eccezione per una sola view che è rimasta neutrale, gli altri cinque broker che ci coprono hanno continuato a suggerire l’acquisto del titolo Hera. Il target price di consensus è leggermente aumentato, da 3,90 a 3,92 euro, per effetto di una valutazione ritoccata al rialzo da parte di un analista dopo la pubblicazione della semestrale. Considerato il gap di oltre il 15% che separa i recenti corsi di borsa dalla media delle valutazioni degli analisti, gli spazi di potenziale apprezzamento rimangono molto ampi. Da non trascurare inoltre che tre analisti su sei hanno valutazioni pari o superiori ai 4 euro.

Nelle ultime settimane c’è stata molta volatilità sui mercati azionari, con le sedute più recenti che hanno portato a una correzione rispetto ai massimi di metà ottobre. Come interpreta l’attuale sentiment degli investitori?

Lo scenario è diventato ancora più complesso di quanto non fosse già prima. Da un lato c’è la prospettiva chiara di politiche monetarie che andranno in direzioni più accomodanti, ma gli elementi di incertezza continuano a sussistere su più fronti. Il sentiment degli investitori è negativamente influenzato dalle tensioni geopolitiche, in particolare per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente e la guerra tariffaria – ancora più minacciosa dopo la nomina di Donald Trump a Presidente degli USA, con l’incognita della ripresa della Cina, che a questo punto cercherà a tutti i costi maggiori sbocchi per la vendita delle proprie merci sui mercati europei.  

Nell’insieme, una crescita economica stentata in ambito europeo, con la locomotiva della Germania che sembra ferma e la Francia che non riesce a trovare soluzioni valide di politica fiscale, rende ancora più impellente l’esigenza di un’ulteriore discesa dei tassi di interesse.

Questo scenario potrebbe favorire le utilities?

Le utility sono indubbiamente tra i maggiori beneficiari di uno scenario simile, perché le loro valutazioni migliorano con la discesa dei tassi di interesse e perché operano in business resilienti rispetto alle fasi di debolezza dell’economia. Se esaminiamo in generale la performance delle utility a livello europeo, vediamo tuttavia che dopo il rally compiuto nei mesi estivi e le modeste revisioni delle stime successive alle semestrali, il settore utility ha praticamente chiuso il gap valutativo che lo separava dal proprio Price/Earnings di lungo termine, riducendo molto anche l’underperformance rispetto al mercato in generale. Altro è invece il quadro delle multiutility italiane, che stanno “deliverando” una serie di risultati oltre le attese degli analisti. Si tratta di titoli che, anche per il fatto di non potere vantare elevate capitalizzazioni, sono stati a lungo trascurati dagli investitori istituzionali. Oggi, questo segmento, cui appartiene la stessa Hera, è oggetto di un attento re-focus.

Questa nuova attenzione sul comparto delle multiutility italiane è un fenomeno che avete potuto sperimentare anche direttamente?

Sì, nel periodo recente abbiamo notato un rinnovato interesse, con richieste di maggiori approfondimenti da parte di investitori che ci hanno contattato. L’Italia, del resto, è un Paese che vede permanere un’elevata frammentazione degli operatori: un movimento che porti a un consolidamento del settore produrrebbe maggiori efficienze, peraltro in un contesto regolatorio che gli investitori hanno visto essere affidabile e premiante per chi ha risorse da investire in modo lungimirante ed è capace di gestire in modo oculato i vari business, anche alla luce delle ultime revisioni tariffarie operate da ARERA.

Potendo fare leva su solidi fondamentali e su una visibile traiettoria di crescita per il futuro, Hera è in una posizione ideale per rappresentare il player giusto per percorrere questo filone di investimento.

Jens Klint Hansen
Jens Klint Hansen
12 Novembre 2024
Direttore responsabile:
Jens K. Hansen
Concept e contenuti editoriali:
Blue Arrow - Lugano