Per il secondo anno consecutivo Hera si è posizionata al primo posto della classifica realizzata da ETicaNews, che valuta il grado di integrazione delle politiche ESG delle principali 100 società italiane quotate, ai fini della costruzione dell’Integrated Governance Index (IGI).
L’IGI esprime, in modo sintetico e secondo criteri oggettivi, il posizionamento di un’azienda in relazione a dieci aspetti-chiave di sostenibilità che rimangono stabili nelle diverse edizioni e in riferimento a un’area di indagine straordinaria, che per il 2022 è stata quella della ESG Identity estesa alla catena di fornitura.
Hera ha conseguito il primo posto grazie a un punteggio complessivo pari a 82,35/100: un risultato che posiziona il Gruppo ben 20 punti sopra la media delle blue chip italiane.
Esploriamo quale percorso in termini di continuo rafforzamento della Governance stia dietro questo riconoscimento recentemente ottenuto da Hera, ponendo alcune domande a Jens Hansen, a capo della Direzione Investor Relations del Gruppo, che presidia i ratings ed i ranking degli analisti finanziari e ESG.
Hera ha conquistato anche nel 2022 il primo posto nella classifica dell’Integrated Governance Index 2022. Quali sono gli aspetti più qualificanti dell’approccio strategico di governance che sono alla base dell’eccellente performance del Gruppo?
Questo riconoscimento non fa altro che confermare come in Hera la Governance sia un elemento essenziale che ha ispirato e materialmente guidato i successi che nel tempo il Gruppo ha potuto conseguire, essendo la sostenibilità integrata e trasversale a tutte le aree di business. Si tratta infatti di una Governance calata nella concretezza dei fatti, che ha permesso di creare valore attraverso un processo di mirata espansione territoriale e dimensionale. Una Governance che ha consentito di superare di anno in anno gli obiettivi ESG indicati e poi rendicontati nel Bilancio di Sostenibilità, che Hera pubblica pionieristicamente dal 2006 insieme al Bilancio Annuale. Una Governance, infine, ben strutturata in funzione delle caratteristiche peculiari dell’azionariato a partecipazione maggioritaria pubblica e del modello di business multiutility. È proprio questa solida impostazione che, nonostante l’avvicendamento di quattro Amministratori Delegati ha assicurato continuità di vision e di execution della strategia stessa, a beneficio di tutti gli stakeholder, come prova peraltro il significativo aumento nella capitalizzazione di mercato, che è sestuplicata rispetto al momento dell’IPO nel 2002.
In particolare, nell’Integrated Governance Index 2022, basato sulle performance 2021, Hera ha ottenuto il massimo punteggio possibile, pari a 100/100, in ben due aree: quella del Codice di Autodisciplina e Sostenibilità e quella delle Risorse Umane, conseguendo inoltre punteggi uguali o superiori a 90/100 nell’ESG Digital Governance e nell’integrazione dei criteri ESG tanto nella retribuzione quanto nelle strategie di business. Queste performance riflettono decisioni di Governance prese con lungimiranza e convinzione, poi tradotte in strumenti concreti in continuo affinamento come, ad esempio, il Comitato Etico che Hera ha costituito nel 2007 e che dal 2018 ha assunto competenze in ambito di Sostenibilità divenendo il Comitato Etico e di Sostenibilità. Ugualmente, l’esigenza di collegare la remunerazione del management al raggiungimento di obiettivi ESG nel medio-lungo termine ha trovato espressione nella Balanced Score Card del sistema di incentivazione di breve periodo, che identifica una precisa serie di progetti obiettivo, definiti sulla base della mappa strategica del Gruppo: questa componente ha oggi un peso relativo che per i direttori può variare dal 50% all’80%, mentre per i dirigenti dal 40% al 70% del totale.
Quali sono gli elementi essenziali che consentono di definire la governance di Hera come una governance effettivamente “integrata”?
La governance di sostenibilità, o “governance integrata”, è, in base alla definizione stessa di ETicaNews, un territorio di frontiera. Sono infatti in continua evoluzione le pratiche e i processi di governance volti a considerare, oltre ai fattori economici, anche tutti i fattori ESG nella definizione delle strategie, in particolare quelle di lungo periodo.
In Hera questo fenomeno prende forma, come abbiamo indicato, attraverso una serie di azioni e iniziative concrete, in risposta all’evolvere delle complessità dello scenario esterno. Sin dal 2003 la Società ha incluso la Responsabilità Sociale d’Impresa nella propria strategia, evolvendo poi verso la prospettiva del Valore Condiviso, con l’obiettivo di migliorare continuamente la propria competitività e di perseguire uno sviluppo sostenibile, secondo gli obiettivi delle Nazioni Unite.
L’identità ESG di una società è in continua formazione ed evoluzione nel tempo. Quali sono stati i progressi più rilevanti che Hera ha messo a segno in particolare nell’ultimo anno analizzato dall’assessment di ETicaNews, ovvero il 2021?
Nel 2021 sono stati compiuti progressi di portata sostanziale. Uno fra tutti, l’Assemblea degli Azionisti del 28 aprile 2021 ha modificato l’articolo 3 dello Statuto Sociale di Hera, integrandolo con il Corporate Purpose che la Società si prefigge di raggiungere nello svolgimento della propria attività d’impresa. Hera ha così confermato il proprio impegno a sviluppare un modello di impresa sostenibile per i propri azionisti in particolare attraverso la creazione di Valore Condiviso. L’integrazione approvata dagli Azionisti specifica che “Hera organizza e svolge le proprie attività d’impresa al fine di favorire l’equità sociale e di contribuire al raggiungimento della neutralità di carbonio, alla rigenerazione delle risorse e alla resilienza del sistema dei servizi gestiti a beneficio dei clienti, dell’ecosistema territoriale di riferimento e delle generazioni future.”
Ma non di meno, sono anche le attività di sensibilizzazione e promozione della cultura della diversity, tanto all’interno quanto all’esterno del Gruppo Hera, attraverso il rafforzamento del networking con gli stakeholder; l’adozione della “Politica per la gestione del Dialogo con la generalità degli Azionisti e Obbligazionisti”; la rendicontazione nella DNF 2021 delle attività coerenti alla tassonomia dell’Unione Europea in linea con le Raccomandazioni della TCFD, peraltro anticipando l’obbligo normativo previsto dal 2023.
Guardando al periodo ancor più recente, la centralità dei temi ESG trova conferma anche nella trasformazione in Società Benefit della controllata Hera Luce che ha inserito nel proprio Statuto l’impegno a generare benefici per gli stakeholder, così come nella emissione, a maggio 2022, del terzo green bond di Hera, da 500 milioni di euro, strutturato per finanziare progetti di investimento soprattutto nell’economia circolare e nell’efficienza energetica.
Quali sono le conquiste che hanno richiesto un processo di maturazione più articolato nel tempo?
Penso ad esempio al Codice Etico di Hera che è soggetto a continue revisioni in chiave di miglioramento. Il Codice è stato disegnato come un abito su misura, che, proprio grazie ai suoi continui affinamenti e arricchimenti, riesce a ispirare e guidare l’operato di tutte le persone che lavorano in Hera e collaborano come partner del Gruppo. È uno strumento in continua evoluzione: stiamo infatti lavorando alla quinta revisione del Codice che coinvolge, oltre ai vertici, anche i dipendenti e le parti sociali a valle di una approfondita analisi di benchmarking su aziende comparabili che ha visto la partecipazione di impiegati direttivi, quadri e dirigenti del Gruppo.
L’approccio alla Governance di Hera comporta continui miglioramenti, anche sulla base di verifiche rispetto agli stimoli esterni. Il CdA del 23 febbraio 2022, ad esempio, ha esaminato la lettera inviata dal Presidente del Comitato per la Corporate Governance di Borsa Italiana, verificando come la Governance della Società sia già completamente in linea con le raccomandazioni ricevute.