Con il suo approccio sostenibile al business, la natura multiutility e molti progetti di circolarità che trovano riscontro nel Recovery Fund, Hera è ben posizionata per intercettare una crescente richiesta di sostenibilità che viene dai policy maker e dal mercato stesso.
Con investimenti per il 98% taxonomy-compliant, e per circa 2/3 coerenti con i criteri a Valore Condiviso, Hera si aspetta di dare un forte impulso “Green” alla crescita dell’EBITDA.
Anche le attività a Valore Condiviso aumenteranno il proprio peso, arrivando a incidere per il 55%. Gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità del 2030 saranno un po’ più vicini, visto che entro l’orizzonte di questo Piano Hera punta ad avere ridotto le emissioni Scope 1+2+3 del 26% e ad aumentare i quantitativi di plastica riciclata del 125% rispetto al 2020.
PIANO INDUSTRIALE 2021-2025 | EBITDA 2025 m€ | INVESTIMENTI CUMULATI 2021-2025 m€ | UTILE PER AZIONE 2025 c€ | DIVIDENDO PER AZIONE 2025 c€ | PFN/EBITDA 2025 |
1.400 | 3.841 | 27,3 | 14,5 | 2,8X |
Hera gode di alcuni vantaggi competitivi che sono essenziali per intercettare le opportunità del nuovo scenario
Il nuovo Piano al 2025 si colloca all’interno di uno scenario che vede alcune tematiche di sostenibilità come prioritarie per le politiche europee, concentrate su tematiche rispetto alle quali Hera può vantare solidi vantaggi competitivi. Il posizionamento di business costruito nel tempo è frutto di una vision fortemente orientata alla realizzazione di obiettivi di decarbonizzazione e di sviluppo dell’economia circolare.
Un secondo vantaggio per Hera è rappresentato dalla natura multi-utility del portafoglio di attività, che oggi assume una nuova valenza: molte soluzioni innovative e più sostenibili, derivano in effetti da un’azione coordinata tra aree differenti come nel caso dei green gas, dove ciclo idrico, ambiente e le reti agiscono in sinergia.
Un terzo vantaggio è legato al fatto che molte di queste iniziative progettuali trovano riscontro all’interno del Recovery Fund italiano. Per ora abbiamo già identificato circa 250 milioni di euro di nuovi progetti per cui sarebbe possibile l’accesso ai finanziamenti del Fondo, anche se nel Piano al 2025 ne abbiamo inseriti meno della metà.
La consapevolezza di questo posizionamento, ideale per il nuovo contesto, ci ha portato a confermare in modo sempre più convinto il framework strategico che avevamo introdotto dallo scorso anno, che si articola lungo le tre direttrici principali di creazione del Valore Condiviso: la neutralità carbonica, la rigenerazione delle risorse e la loro chiusura del cerchio, nonché la resilienza e l’innovazione.
3,8 mld€ di investimenti per dare impulso allo sviluppo sostenibile
Gli investimenti di 3,8 miliardi di euro per il periodo 2021-2025 sono destinati prevalentemente alle Reti con circa 2,1 miliardi di euro, seguite dall’Ambiente con circa 1 miliardo di euro e dall’Energy, che assorbe poco più di mezzo miliardo di euro.
Se circa il 98% degli investimenti del quinquennio è taxonomy-compliant, ovvero identificabile secondo i criteri della tassonomia europea degli investimenti sostenibili, va riconosciuto che circa 2/3 dei 3,8 miliardi di euro di investimenti complessivi sono anche completamente coerenti con i criteri della Creazione di Valore Condiviso.
La composizione degli investimenti, in funzione dei ritorni attesi dagli stessi, si riflette anche nelle dinamiche dell’EBITDA.
La strada per raggiungere il livello di 1,4 miliardi di euro di EBITDA al 2025 passa attraverso un contributo di 122 m€ dell’Ambiente, di 76 m€ dell’Energy e di 73 m€ delle Reti.
L’area Ambiente raddoppia di fatto il proprio contributo rispetto al Piano precedente, in funzione della maggiore visibilità delle opportunità di crescita che il mercato presenta. Nell’area Energy, grazie all’efficiente struttura operativa ci attendiamo di potere espandere le quote di mercato, di potere offrire nuovi servizi a valore aggiunto e di continuare a percorrere le opportunità dell’efficienza energetica. Il contributo delle Reti, infine, nei 73 m€ previsti incorpora l’effetto negativo di 22 m€ legato alla riduzione del WACC reso noto a fine 2021.
Questo ci porterà ad avere un EBITDA nel 2025 che per il 43% esprimerà il contributo delle attività regolate, mentre per il 57% sarà determinato dalle attività liberalizzate, in linea con la tendenza emersa negli ultimi due anni.
Per raggiungere gli ambiziosi target di sostenibilità al 2030, saranno attuate iniziative mirate già nel quinquennio 2021-2025
La prospettiva al 2025 è tuttavia semplicemente una tappa lungo il percorso al 2030 già definito lo scorso anno, che abbiamo aggiornato alla luce delle iniziative previste nel nuovo Piano.
Sul fronte della neutralità carbonica, il primo obiettivo al 2030 certificato SBTi è quello di ridurre del 37% le emissioni Scope 1+2+3, con una tappa intermedia al 2025, dove l’obiettivo è fissato al 26%. Una delle leve più importanti sarà quella di aumentare la penetrazione della vendita di energie rinnovabili presso i clienti industriali, dal momento che per quelli residenziali Hera può già vantare un tasso di penetrazione delle rinnovabili pari al 100%.
Analogamente, sul fronte dell’economia circolare, che rappresenta il secondo asse del valore condiviso, gli obiettivi di Hera sono molto ambiziosi. In particolare, nel riciclo della plastica ci proponiamo di compiere un significativo progresso nel corso del quinquennio coperto dal Piano, aumentando del 125% i quantitativi riciclati entro il 2025; il che ci porterà molto vicini all’obiettivo di un incremento del 150% entro il 2030, in entrambi i casi rispetto al 2017.
Con queste premesse, ci siamo dati l’obiettivo di portare al 70% l’incidenza dell’EBITDA a Valore Condiviso sull’EBITDA complessivo, elevando di ulteriori 15 punti percentuali l’incidenza del 55% che rappresenta l’obiettivo per il 2025.
Un’accorta strategia di business guida gli investimenti nelle diverse aree di attività
Nell’area Ambiente l’intenzione è quella sfruttare la forte espansione e la direzione sempre più sostenibile della domanda, per andare oltre il semplice trattamento smaltimento dei rifiuti e abbracciare sempre di più il coinvolgimento nell’economia circolare, con l’espansione della nostra capacità di trasformazione delle plastiche. Puntiamo inoltre ad avere un ruolo nello sviluppo dei green gas: nel biometano abbiamo previsto un raddoppio della capacità produttiva, attraverso la realizzazione di due nuovi impianti.
Nell’area Energy la promise è quella di fungere sempre più da abilitatore della transizione energetica dei nostri clienti, facendo leva su una piattaforma già ben strutturata e scalabile. Investiremo per migliorare ulteriormente la customer experience, non solo con l’obiettivo di renderla sempre più efficace, ma anche per mantenere costante il cost-to-serve nel tempo, nonostante la più ampia gamma delle nuove funzionalità offerte.
Al centro dello sviluppo nell’area Energy sarà anche la creazione di una sempre più ricca “Fabbrica Prodotti”, da portare sul mercato con un lead time molto ridotto attraverso una serie di servizi a valore aggiunto.
Nel processo di liberalizzazione del segmento a maggior tutela, vogliamo conquistare circa un milione di clienti per arrivare ad avere a fine Piano una quota predominante nell’area dell’elettricità. Lla logica dual offering ci aiuterà a accompagnare i clienti verso la transizione energetica, che prevede una elettrificazione dei consumi.
Per quanto riguarda le Reti, i principali fattori della crescita sono negli investimenti di sviluppo dedicati all’infrastruttura, che porteranno la RAB complessiva a 4 miliardi di euro, e in nuove efficienze sul lato dei costi di struttura, per 40 milioni di euro, attraverso le innovazioni che consentiranno modelli di gestione più avanzati.
L’intento di Hera è quello di innovare continuamente le proprie reti per aumentarne la resilienza, anche rispetto ai cambiamenti climatici, aumentando il grado di digitalizzazione delle infrastrutture per avere più efficienti sistemi di controllo.
I Green gas rappresentano per Hera un ulteriore fronte strategico di sviluppo, dal momento che può produrre gas rinnovabili e idrogeno dai rifiuti organici o dai fanghi di depurazione delle acque per veicolarli ai clienti industriali, oppure per immetterli nella rete di distribuzione del gas, in modo che diventino utilizzabili per i clienti privati, per la mobilità sostenibile o per il riscaldamento. Il Progetto Power-to-Gas, che si integra con il sistema idrico, è già nella fase di progettazione esecutiva.
Ritorni finanziari in crescita, con buoni risultati in tutte le aree del Conto Economico
Sulla spinta della crescita dei risultati dell’area di gestione operativa è stimato un miglioramento di 10 punti base del ROI, Return on Investment, che ci attendiamo possa, perciò, raggiungere l’8,7% nel 2025. Si tratta di un risultato non trascurabile in considerazione del taglio del WACC che riguarda il capitale investito nei business regolati, che rappresentano il 60% del totale.
Il ROE, Return on Equity, dovrebbe raggiungere il 10,6% nel 2025, rispetto al 10,2% del 2020, beneficiando di una stabilità del tax rate, atteso rimanere pari al 27%, e delle ottimizzazioni derivanti dalla gestione finanziaria.
Le operazioni di liability management effettuate negli ultimi due anni ci consentono di avere solo il 17% del nostro debito che andrà a scadenza nel quinquennio del Piano, con una duration media del debito superiore ai 7 anni. Considerata l’entità modesta del debito a scadenza, l’aspettativa di ridurre il costo del debito al 2,3% nel 2025, rispetto al 2,9% del 2021, è dotata di ampia visibilità.
La forte generazione di cassa dalle attività operative, che ci attendiamo possa raggiungere 4,5 miliardi di euro, ci permetterà di finanziare interamente gli investimenti e la distribuzione dei dividendi, con l’eccezione degli investimenti finanziari per M&A, che stimiamo siano attorno ai 700 milioni di euro. Il Free Cash Flow per azione si attesterebbe perciò al 2025 a 28,5 c€, mostrando una crescita media ponderata del 3,9% nel periodo del Piano.
Il rapporto tra Debito ed EBITDA resterà intorno a 2,8 volte al 2025, rispetto alle 2,9 volte di fine 2020. Resta quindi garantita anche la flessibilità finanziaria utile a cogliere eventuali ulteriori opportunità di M&A rispetto a quelle già identificate.