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La sostenibilità al centro delle operazioni di finanziamento

Hera ha recentemente collocato, con pieno successo, un green bond da 500 milioni di euro con scadenza a 8 anni, ritirando parallelamente 210,60 milioni di euro di prestiti in circolazione con scadenze più brevi e cedole più elevate: un’operazione che ha un impatto positivo sul profilo finanziario della Società e che conferma quanto sia effettivamente strategico l’approccio di Hera alla sostenibilità.

Ne parliamo con Luca Moroni, CFO di Hera.

Caratteristiche-chiave del Green Bond
Ammontare  500 mln€
Scadenza  5 luglio 2027
Cedola  0,875%, tasso fisso, annuale
Prezzo  98,407 (1,084%)
Spread  +105 punti base
Quotazione  Irish Stock Exchange
 Luxemburg Stocl Eschange
 ExtraMOT PRO di Borsa Italiana
Data trading  26 giugno 2019
Offerta di Acquisto Intermediata su Due Emissioni in circolazione
Intermediario BNP Paribas
Target Notes EUR 3.250% 2021 Notes
EUR 2.375% 2024 Notes
 Ammontare accettato  39,99 mn€ su 500 mn€ Oct-2021
170,61 mn€ su 500 mn€ Green Jul-2024
Ammontare totale 210,60 mn€
Data di lancio 19 giugno 2019
Data regolamento 1 luglio 2019

Il mercato dei green bond è nato in origine per finanziare progetti legati al climate change. Recentemente si sta ampliando per arrivare ad abbracciare diversi progetti collegati al perseguimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite. Questo è un fenomeno che ha un riscontro anche nell’evoluzione della natura delle emissioni di Hera?
Le emissioni di Hera rispecchiano perfettamente questo trend. Nel 2014 siamo stati i primi in Italia ad emettere un prestito legato alle nostre performance di sostenibilità, su progetti principalmente legati all’efficienza energetica e alla raccolta differenziata. Nel caso della nuova emissione da 500 milioni di euro, abbiamo ampliato molto il respiro, procedendo a individuarne una serie di progetti “eligible” che rispondessero ai SDGs nell’ambito di tre specifiche aree: in primo luogo “infrastrutture del ciclo idrico integrato”; in secondo luogo “efficienza energetica e infrastrutture per l’energia”; infine “economia circolare e gestione sostenibile del business dei rifiuti”. La società ISS-oekom, che ha valutato il nostro Green Financing Framework, attribuendo peraltro a Hera lo status Prime come Issuer con rating B-, nella Second Party Opinion ha verificato che diversi nostri progetti contribuiscono in modo significativo al perseguimento dei SDGs. In particolare, tra i progetti finanziati dal nuovo green bond, ISS-oekom ha valutato che alcuni abbiano un impatto effettivamente rilevante sui seguenti SDGs: 6 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari”, 12 “Consumo e produzione responsabili”, 7 “Energia pulita e accessibile” e 13 “Lotta contro il cambiamento climatico”.

La natura e l’efficacia dei progetti presentati è stata essenziale per convincere gli investitori a sottoscrivere il nuovo green bond?
Decisamente. Gli investitori, per fare qualche esempio, hanno particolarmente apprezzato le caratteristiche del nostro impianto di depurazione di Servola, vicino a Trieste, che è capace di calibrare il proprio intervento a seconda della concentrazione salina delle acque e dei nutrienti di cui il mare ha bisogno. Nel business dell’Ambiente, gli investitori hanno potuto riscontrare come Hera sia un leader non solo in base ai volumi di rifiuti trattati, ma anche per la qualità dei servizi che mette a disposizione dei cittadini, come nel caso della tariffa puntuale che siamo in grado di elaborare a Ferrara, o dell’impianto di biometano che è operativo a Sant’Agata Bolognese. E ancora: dal progetto smart metering è evidente che emergerà non solo una gestione e manutenzione più efficiente della rete, ma anche una maggiore visibilità delle famiglie sui propri consumi. Nel corso del roadshow che abbiamo condotto sulle piazze di Milano, Parigi, Amsterdam, Francoforte e Londra, tra il 20 e il 25 giugno 2019, gli investitori si sono perciò molto focalizzati nell’analizzare l’impatto, il contenuto tecnologico e la durata dei singoli progetti. Da quest’ultimo punto di vista, hanno infatti anche apprezzato che avessimo presentato un buon mix di progetti su un arco temporale triennale.

Ci sono ragioni specifiche per cui vi siete concentrati sulle piazze finanziarie europee?
In tema di sostenibilità, l’Europa ha assets under management decisamente più consistenti e una capacità di valutare e apprezzare ciò che vale la pena di finanziare che al momento è ancora superiore a quella di altri Continenti, nonostante negli ultimi anni in America la raccolta su fondi green stia crescendo molto velocemente.

Come cambia il profilo finanziario di Hera a valle di questo collocamento obbligazionario?
Attraverso l’operazione combinata di tender offer, con cui abbiamo ritirato dal mercato carta in circolazione per 210,60 milioni di euro, e il collocamento del green bond da 500 milioni siamo riusciti a contemperare diverse esigenze: abbiamo infatti allungato la scadenza media del debito di Hera, ne abbiamo ridotto il costo e abbiamo diversificato la base dei bondholders. Non solo abbiamo raccolto adesioni in differenti Paesi europei, ma abbiamo anche inserito diverse nuove istituzioni specializzate in investimenti di sostenibilità.

Avete potuto fare leva sul fatto che Hera abbia comunque azioni che godono di una buona visibilità e di un solido track record?
Nonostante ci siano separazioni abbastanza rigide tra strutture equity e income all’interno delle singole istituzioni, la nostra reputazione sul mercato azionario, grazie ai target economico-finanziari sempre centrati nel tempo, ma anche il solido posizionamento in termini di credit rating e di impegno ESG, ci hanno indubbiamente aiutato a fare funding a un prezzo competitivo sul mercato del debito. Grazie al forte interesse che abbiamo riscontrato – la domanda si è infatti attestata a sette volte il quantitativo proposto in offerta – abbiamo potuto collocare il bond a un prezzo sicuramente interessante. Con questa operazione abbiamo raggiunto il più basso NIP (New Issuance Premium) mai ottenuto da una società italiana in un’emissione pubblica di un Eurobond.

I benefici per Hera sono dunque evidenti. Quali sono i vantaggi del green bond dal punto di vista dell’investitore?
L’investitore ha completa trasparenza sulla destinazione dei mezzi raccolti. Abbiamo infatti previsto un accurato processo di monitoraggio e di rendicontazione dei singoli progetti: ogni anno, all’interno del Bilancio di Sostenibilità, tracceremo l’entità dei fondi utilizzati sulla singola iniziativa, nonché le performance ambientali conseguentemente raggiunte.

Hera ha imboccato la strada della sostenibilità in maniera strategica. Il nuovo green bond riflette come questo fatto sia una realtà anche nella gestione finanziaria della Società.

Per saperne di più sui green bond…
Le emissioni dei green bond continuano ad aumentare: da meno di 20 mld US$ nel 2013, sono infatti passate a oltre 180 mldUS$ nel corso del 2018. Hanno così raggiunto uno stock cumulativo di oltre 600 mld US$ a fine 2018, secondo i dati Climate Bond Initiative.

Luca Moroni
Luca Moroni
30 Luglio 2019

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